Potrebbe considerarsi una sciocchezza -e lo è se tradotto in termini puramente economici e materiali; cosa vuoi che costi un rubinetto?-, ma i continui atti vandalici, l’incuria, il disinteresse per la cosa pubblica, suonano un campanello d’allarme sulla ‘salute’ civile di una intera comunità. Il furto in pieno giorno di un rubinetto, dall’appena ultimata fontana di San Sebastiano a Siderno Superiore, ti lascia in bocca, certo, un sapore amaro e nell’animo un senso di frustrazione perchè, mentre si sta compiendo ogni sforzo per valorizzare un centro storico tra i più attrattivi, mani inutili e crani vuoti, distruggono quel poco che, di bello, si tenta faticosamente di costruire. E’ una questione tutta culturale. Questi atti -non ,avvengono solo a Siderno; qualche giorno fa, da qualche parte, hanno rubato persino il prato- sono il frutto di una decadenza sociale diffusa di fronte alla quale, a volte, ci si sente impotenti. Ma non può  essere così! Tantissimi cittadini -e sono la maggior parte- sono dalll’altra parte, aspirano ad una società più civile e vivibile. Su questi fatti molti invocano le ‘telecamere’: reprimere-reprimere-reprimere. Personalmente non sono daccordo perchè: che mondo sarebbe se dovessimo demandare alla ‘repressione’  la convivenza civile? Sarebbe il fallimento della convivenza stessa -non vandalizzo perchè me la fanno pagare e non perchè il mio indice culturale me lo impedisce-. Quindi torniamo al punto: si va avanti perchè la chiave per invertire la rotta è il fare, dare il buon esempio,  essere parte attiva. Il rubinetto di San Sebastiamo tornerà al suo posto e le telecamere resteranno nelle scatole.
Paolo Fragomeni

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