R. e P.
Che bell’esempio di stile.
Il primo Prefetto donna della provincia di Reggio Calabria, dottoressa Vaccaro,ha dato prova in un incontro con i sindaci della locride ( avvenuto non in prefettura ma nelle viscere della locride) che la diffusa infelicità del nostro tempo,e di tutti gli ultimi trent’anni, è causata da due fattori ingombranti:la gobba ed il pessimismo degli uomini che hanno rappresentato e rappresentano lo Stato. Non nel senso leopardiano, magari fossero stati eredi del “giovane meraviglioso” ma al contrario, si prestavano e si prestano ad ogni caricatura del potere più cialtrone e conservatore. Non si muovevano facilmente da Reggio,non parlavano di diritti,di eguaglianza,di riscatto di inclusione.
L’ espressione più diffusa era:” è un momento difficile, ci sarà la risposta dello Stato”.
Poi tutti a letto.
Erano finissimi predatori di felicità e di speranza.
La Prefetta – preferisco chiamarla così – oggi ai nostri sindaci ha indicato la grammatica delle “passioni felici” della speranza, della necessità di combattere tutti insieme per raggiungere alcuni risultati. Dalla sanità pubblica alla viabilità, dalla sicurezza pubblica ( senza l’ uso dei manganelli) alla tutela de lavoratori,dei più fragili, senza cedere alla retorica cotonata del potere.
Brava dottoressa Vaccaro. Prefetta della nostra provincia, sia il ritmo che muove dal basso verso l’alto,sia il potere che parte dalle periferie per realizzare a Reggio ogni aspirazione raccolta tra la gente che vuole una sanità migliore, un medico pediatra per i propri figli, ( bellissima la lettera scritta da tante mamme alla sorda dirigenza sanitaria reggina), una strada sicura, una rete ferroviaria moderna.
Insomma una provincia che sia all’ altezza di offrire una vita serena ai propri abitanti.
Avv. Pino Mammoliti