Sto maturando l’idea, aldilà della professionalità e delle eccellenze indubbiamente presenti nelle regioni del Nord che, vi sia una precisa e ragionata volontà politica di non attrezzare e sostenere la sanità calabrese. Infatti, se per un miracolo si riuscisse ad interrompere la tragica emorragia di risorse, patita da decenni dalla nostra Regione, per la migrazione sanitaria verso il Nord, per le regioni nordiche, questo costituirebbe la perdita delle risorse economiche essenziali per lo stesso sostentamento del loro sistema sanitario. Voglio dire che, pressappochismo, incompetenza e malaffare a parte, di cui è infetto il nostro sistema sanitario, al Nord temo convenga che l’offerta sanitaria del Sud rimanga a questi indecenti livelli. Spero vivamente di sbagliarmi, ma alla luce delle tendenze del contagio del virus e dei provvedimenti che tardano vergognosamente ad arrivare penso che, le regioni del Nord d’Italia, tragicamente investite dal contagio, hanno reagito implementando significatamente la loro rete ospedaliera, e la medicina sul territorio, peraltro già ben attrezzata, nonostante i tagli lineari patiti anche da quelle parti. Intanto, il contagio comincia a flettere, si spera cominci a regredire in modo importante. Da queste parti invece, per nostra fortuna ancora avanza a rilento e in ritardo, come tutte le cose positive e negative che ci hanno sempre riguardato. L’offerta sanitaria in Calabria rimane la stessa, vicina allo zero, stamane ho sentito un operatore sanitario che si occupa di tamponi, la Locride è sprovvista da giorno 26 Marzo u.s. E mentre, gli ospedali appena inaugurati della Lombardia, cominceranno a riempirsi e poi a svuotarsi perché le persone si spera saranno tutte guarite, da noi il contagio si sarà diffuso e gli ospedali dei Lombardi, dei Veneti, degli Emiliani torneranno a riempirsi, stavolta dei soliti terroni affetti da coronavirus, ancora una volta costretti ad emigrare per curarsi, sempre che si faccia in tempo.
Antonella Avellis