«La mancata autonomia dalla madrepatria, rende il “Siderno Group”, a tutti gli effetti, una parte del clan Commisso». È quanto affermano i giudici della Corte d’Appello di Reggio Calabria nelle motivazioni della sentenza del processo di appello bis del troncone dell’abbreviato scaturito dagli esiti della maxioperazione “Acero-Krupy” che interessa 12 imputati, concluso con 8 condanne per complessivi 84 anni di reclusione, 3 assoluzioni e la dichiarazione di nullità della sentenza per un imputato.

A riportare la notizia Rocco Muscari su gazzettadelsud.it.

I giudici reggini evidenziano l’importanza del contenuto delle intercettazioni delle conversazioni che «hanno indubbiamente consegnato uno spaccato della vita dell’articolazione della ’ndrangheta operante tra Siderno e il Canada, in perfetta continuità storica e soggettiva con quanto accertato dai precedenti giudicati, in particolare dalla sentenza “Crimine”». Secondo la corte reggina «non si è in presenza, come sovente accade, di frammenti di conversazione in relazione ai quali si fa fatica ad accedere ad un’interpretazione inequivoca, ma di una fortunata serie di colloqui in cui lo stesso tema viene sviluppato dagli interlocutori minuziosamente e dinamicamente, nella considerazione che esso viene ripreso a distanza di tempo, così da dar conto degli aggiornamenti intervenuti medio tempore».