Aristide Bava
SIDERNO – Se si vuole puntare seriamente sul turismo bisogna guardare al futuro e pensare anche come qualificare al meglio tutta l’area limitrofa al lungomare. Pochi giorni addietro la sindaca della città Maria Teresa Fragomeni ha convocato presso la sala comunale i responsabili della Assobalneare per cercare di mettere a fuoco le problematiche di loro interesse per la prossima stagione estiva. Una decisione assolutamente da condividere che, se seguita opportunamente da altri incontri per cercare di dare seria soluzione ai problemi che negli scorsi anni sono stati affrontati in grande ritardo, potrebbe normalizzare un settore molto importante per il turismo estivo. In questo la città è favorita anche dalla recente approvazione del Piano spiaggia, la cui soluzione era attesa da parecchi anni. Ma molti cittadini sperano anche che vengano affrontate altre problematica che ormai si perdono nella notte dei tempi e che riguardano la sistemazione degli spazi adiacenti al lungomare nella parte a monte della “passeggiata”. Se, dunque, il Piano comunale di spiaggia è infatti indicato come lo strumento con cui favorire nel pieno rispetto della normativa urbanistica, l’ edilizia paesaggistica e ambientale con una migliore funzionalità ( e produttività) delle attività turistiche che si possono svolgere sul demanio marittimo, lo strumento è destinato anche a prevedere tipologie di interventi che tendano a qualificare e valorizzazione gli stessi beni demaniali per quelle zone che non vengono date in concessione.
E, a Siderno, in questo campo c’è molto da lavorare. Uno degli aspetti più importanti che bisogna affrontare è certamente quello di promuovere la riqualificazione degli ambiti costieri degradati ( urbani e naturali) soprattutto perchè l’intero lungomare è, attualmente, caratterizzato da presenze di fabbricati fatiscenti e di tratti degradati che certamente non giovano all’immagine complessiva della “passeggiata” e della città in genere. Per dirla in breve bisognerebbe cominciare ad affrontare la necessità di liberare il lungomare da ruderi che ormai esistono da oltre cinquant’anni e rivitalizzare gli spazi che negli ultimi anni sono stati abbandonati a se stessi. Un passo importante per qualificare al meglio un lungomare che è sempre stato un punto di riferimento per il turismo estivo della fascia ionica reggina ma che ormai risente enormemente del peso degli anni. Sappiano benissimo che questo problema non è di facile soluzione ma siamo anche convinti che se non si comincia ad affrontare arriverà il momento in cui non si potrà più fare niente. Alcuni tra i problemi più “visibili” come l’ex macello o il minigolf sono spazi comunali, altri, come l’ex pastificio Cataldo o l’albergo incompiuto, sono spazi privati ma nell’un caso e nell’altro bisognerebbe cominciare a pensare a come affrontare la soluzione di questi problemi. Assieme a questa necessità c’è anche l’altra, molto importante, della necessità di riorganizzare e regolamentare il sistema degli accessi al lungomare e, quindi, alla spiaggia, tenendo presente che allo stato attuale si può accedere al lungomare solo da tre passaggi a livello ( spesso d’estate chiusi per molto tempo) e due sottopassi, uno dei quali stretto e poco funzionale. Un problema, infine, di cui si dovrebbe tornare a parlare è quello del prolungamento del lungomare verso Marina di Gioiosa, o intanto,nell’imminenza, della creazione di un ponte di raccordo, alla fine del lungomare, con la zona nord, verso Pantanizzi, molto bella ma ancora poco sfruttata. Certamente non sono cose che si possono fare dalla sera alla mattina ma, almeno bisogna cominciare a creare le premesse per affrontarle nell’immediato futuro.
nella foto l’ampio spazio dell’ex pastificio Cataldo, un obbrobrio proprio al centro del lungomare.