Aristide Bava

SIDERNO – Poco tempo addietro il movimento politico Siderno 2030 ha presentato una scheda progettuale per la realizzazione, nella zona nord della città, una pista ciclopedonale che dalla fine del lungomare potesse raggiungere la vicina città di Marina di Gioiosa. La scheda relativa alla Pista ciclopedonale prevede, in sintesi, un progetto di riqualificazione della passeggiata nel suo prolungamento lato nord. Ciò mediante la realizzazione della Pista Ciclopedonale e di una viabilità di servizio per rigenerare e recuperare, anche, un tratto di fascia costiera del territorio comunale, della lunghezza complessiva di 2 Km, che mantiene caratteristiche ambientali e paesaggistiche di rilievo. In effetti la zona interessata è quella antistante la contrada Pantanizzi, un pezzo di territorio comunale che meriterebbe, effettivamente, di essere recuperato e qualificato.

 

Parliamo dell’area che parte dal pontile, realizzato a suo tempo dall’industriale Vincenzo D’Agostino a servizio del suo cementificio, che ormai è anch’esso abbandonato al degrado ( rimane ancora privo di alcuni piloni distrutti qualche anno addietro, dalla furia delle acque) e abbraccia una zona ancora vergine della città. Una striscia di territorio abbastanza popolato da cittadini che, peraltro, ci tengono parecchio alla valorizzazione e alla fruizione di quell’area visto che nel recente passato non sono mancati alcuni tentativi ( di volontari della zona) per qualificarla con iniziative sporadiche ma che certamente hanno dato conferma dell’attenzione che alla stessa viene prestata dal nucleo dei suoi abitanti. D’altra parte sono in molti a ritenere che quella striscia di territorio potrebbe rivelarsi una vera ricchezza per l’intera comunità locale e potrebbe servire anche per arricchire la stagione balneare.

Doveroso dire che quel tratto di territorio è forse l’unico “pezzo” di spiaggia che sia rimasto preservato tanto che sino a poco tempo addietro pareva quasi una specie di oasi naturalistica. Probabilmente una conseguenza del fatto che la via d’accesso su quel tratto di litorale, non è molto facile. Vi si arriva in auto da una unica stradina molto stretta che attraversa un sottopassaggio. Come si diceva sino a poco tempo addietro quella striscia di territorio era sfuggito alle presenze dei soliti “incivili”, che non mancano in nessun comune della Locride e di molti altri centri della fascia ionica reggina, ma più recentemente la problematica dell’abbandono dei rifiuti si è fatta sentire anche in questa parte di territorio. Nella parte superiore, infatti, si cominciano a notare sempre più spesso piccoli cumuli di rifiuti che cominciano a penalizzare molto il territorio; ed è un problema serio perchè la zona è priva di regolare “raccolta” e quindi i rifiuti aumentano sempre più. Ancora, comunque, la spiaggia, in molti tratti è rimasta incontaminata.

La sua stessa collocazione offre anche una vista paesaggistica di prim’ordine e non manca la presenza di flora autoctona tipica delle spiagge mediterranee. Ecco, dunque,che bisogna guardare positivamente alla qualificazione di quel territorio che, con i dovuti accorgimenti e possibilmente senza l’uso indiscriminato di cemento, potrebbe adeguatamente valorizzato ed arricchire i posti-spiaggia della città. Anche in questa direzione la recente attuazione del Piano spiaggia potrebbe aprire per quella striscia di territorio, nuove possibilità, non ultima delle quali la possibilità di allungare il lungomare. Una ipotesi certamente ancora futuristica ma sulla quale bisognerebbe lavorare. Intanto l’opportunità della possibile realizzazione di una pista ciclopedonale e soprattutto della realizzazione di un “raccordo” con il lungomare non sarebbe male.