Aristide Bava
Siderno, un mese dopo; cosa è cambiato ? Dopo i primi trenta giorni della nuova amministrazione, probabilmente la città si porta appresso quasi tutte le problematiche del recente passato e, obiettivamente, sul piano pratico, si attendono ancora i primi risultati del cambiamento che tutte le forze politiche anno anticipato nei loro programmi elettorali. Ma certamente, malgrado le note vicende negative che hanno caratterizzato l’avvio della gestione di Maria Teresa Fragomeni, qualcosa di diverso si avverte e probabilmente proprio queste vicende negative, paradossalmente, hanno fatto riscoprire alla comunità la voglia di fare quadrato per contribuire anche in maniera diretta, ad una “rinascita” che, come sperano in molti, possa consentire di uscire dal tunnel della lunga crisi che ha affossato Siderno. Certo, c’è da lavorare parecchio per far scomparire le ombre che ancora aleggiano sulla città. Nessuno si illudeva, che la situazione sarebbe cambiata dalla sera alla mattina, e nessuno si può illudere che ciò possa accadere in tempi brevi, ma le avvisaglie che ci sia la possibilità di intraprendere una strada diversa ci sono tutte.

 

D’altra parte i problemi da affrontare sono enormi e l’apertura di credito per Maria Teresa Fragomeni e la sua squadra di governo non solo è giustificata ma anche indispensabile.
Non c’è solo da affrontare la quotidianità, spazzatura in primis: serve dare risposte su opere importanti che potrebbero cambiare il volto della città. Parliamo della pista ciclabile che ha deturpato il territorio senza essere mai servita a niente. Della necessità di rimettere in sesto il Centro polifunzionale che sta cadendo a pezzi. Di ripristinare la piscina comunale. Di rinnovare il lungomare e rendere fruibili molti spazi inutilizzati che fanno anche molto danno all’immagine. E ancora di rivitalizzare il borgo o cercare di ripristinare la Diga sul Lordo. Cercare di risolvere, una volta per tutte, il problema dello svincolo della nuova Statale 106 con una nuova arteria per entrare ed uscire dalla città. O rendere fruibile il Palazzetto dello sport e riportare ai fasti di un tempo lo stadio comunale, poco utilizzato e ancora interdetto alle partite di calcio.
Problematiche che sono solo una parte – forse quella più visibile – delle necessità di una città per troppo tempo abbandonata a se stessa. Non sarà facile affrontarle tutte.

 

E soprattutto non sarà facile arrivare alla loro soluzione. Si avverte, però una voglia di fare che fa sperare bene. Ma è necessario che sul tavolo di chi governa la città ci sia un quadro dettagliato delle cose da fare. Nel recente passato è mancato anche questo.