di Aristide Bava

SIDERNO – Il responsabile dell’ Osservatorio Ambientale “Diritto alla vita”, Arturo Rocca invita la regione Calabria a rivedere il piano regionale dei rifiuti. Rocca fa, in premessa di una sua nota, riferimento alla recente relazione conclusiva dell’ Arpacal in merito all’incendio nello stabilimento Poly2Oil relativa al monitoraggio dell’aria nella Piana di Gioia Tauro che ha certificato la salubrità dell’aria con valori che non superano quelli di legge. Ricorda poi che sono stati messi a confronto i valori prima durante e dopo il rogo. Tutto regolare! Ha bruciato per 6 giorni l’impianto di stoccaggio e selezione rifiuti in località Ponte Vecchio del comune di Palmi creando una nube tossica che ha ammorbato l’aria non solo della piana, il vento ha sospinto gli odori nauseabondi anche dietromarina ( la ionica). Ed ancora – scrive – “ Analoga conclusione si era avuta all’epoca dell’incendio dell’impianto TMB di Siderno a settembre del 2020, tutto nella norma. Il 5 luglio 2023 due incendi in siti di stoccaggio rifiuti a Tarsia e Cassano, a campo Calabro nel luglio 2021. Tra il 2017 ed il 2019 239 incendi negli impianti di stoccaggio rifiuti di tutta Italia.

Senza dimenticare tutti gli incendi che casualmente si sviluppano in tutte le microdiscariche abusive nelle periferie e nelle fiumare. Alla luce delle rassicurazioni da parte di ArpaCal, e non abbiamo motivo di dubitare, – dice Arturo Rocca – ci poniamo alcune domande? Le domande di Rocca sono volutamente provocatorie : “ Ha senso continuare a impegnare risorse per la raccolta dei rifiuti se poi devono finire bruciati nella fase precedente allo smaltimento, il più costoso per le ditte, con risultati di salubrità dell’aria e sperpero di enormi risorse per spegnere gli incendi? “ Ecco, quindi che il presidente dell’ Osservatorio ambientale “gira” la sua proposta: “ La regione Calabria, ma non solo, potrebbe modificare il piano regionale autorizzando i cittadini che hanno lo spazio di bruciare i propri rifiuti e quelli che non lo hanno li possono portare tranquillamente dai vicini o in centri di raccolta comunitari dove verranno bruciati da due soli addetti con un costo irrisorio. D’altronde – aggiunge Rocca – se non sono nocivi gli incendi di plastiche, organico e indifferenziato in enormi quantità figuriamoci se lo saranno i micro fuochi familiari o comunitari. Tanto noi la verdura la lavavamo e la frutta la sbucciavamo anche prima che ce lo raccomandassero le agenzie demandate ai controlli: anche gli organici di queste potrebbero essere ridimensionati. Pensiamo al risparmio ottenuto e come può essere impiegato, altro che risorse sottratte al Fondo di Sviluppo e Coesione per il ponte sullo stretto, Calabria e Sicilia potrebbero costruirselo senza fondi UE”.