R. e P.
Basta arroccamenti di potere e protervie di onnipotenza, l’indottrinamento giustizialista ha disperso precetti fondamentali della carta, principii della personalità della pena e della rieducativita’.
Il parallelismo logico che è il gradino più accessibile del pensiero umano è
utile per decifrare la misura della legislazione e di alcune prassi giudiziare.
Anni addietro, nel famoso processo Mose di Venezia, venne processato
con l’accusa di aver percepito milioni di euro il Presidente della regione
Veneto, Galan. L’Italia venne svilita agli occhi del mondo intero, un danno
enorme d’immagine , economico, di rallentamento dei lavori, , in termini
giuridici danno di immenso disvalore sociale. Un fatto di clamore mondiale
per un’opera di costruzione ingegnosa ed innovativa, che doveva salvare
Venezia dalle inondazioni e dalla quale i politici lucrarono somme faraoniche.
Il procuratore di Venezia di allora, e il procuratore aggiunto Nordio, attuale Ministro di Giustizia,” ma, quanto accaduto non ne menoma la visione libertaria e la limpida convinzione che la galera non è il toccasana di ogni male ma risultato di equilibrio”, patteggia la pena di anni due mesi dieci.
Ben diversi misura e metodo : in Calabria, dico uno fra i tanti, venne giudicato anni or sono , un diciannovenne, incensurato, per un reato di droga, il suo nome ventilato per un fatto di un suo avo anch’egli imputato di reato associativo per droga condusse alla grave condanna.
Riconosciuto colpevole benché non vi fosse prova di ramificazione relazionale con i restanti imputati, per art. 74 riguardante la canapa,; una sostanza
lecita in molti stati e di cui si dibatte nel nostro sulla liceità della stessa. Per
assunto di gravità generalizzata, negate quasi sempre le generiche per tale
reato; e per il 416 bis c.p. non considerando che la periferia di un sisma – in questo caso fatto- non ha mai la violenza del suo epicentro.
È escluso il concorso di minima importanza, viene comminata una condanna prossima ad anni 10 qualificando l’art. 74 L.S., anzichè il 73, pur in mancanza di rapporti relazionali con altri coimputati.
Il legislatore ha comunque pensato ancora di apporre piu sbarre alla spropositata prigionia di alcune norme, rendendole ostative e stabilendo che
per l’accesso alle misure alternative debbano trascorrere i 2/3 di pena.
La magistratura di sorveglianza ha raddoppiato, aggiungendo il suo protocollo rigido stabilendo per prassi che solo chi abbia ottenuto permessi
premio possa richiedere i benefici alternativi. Solo quando avrà raggiunto
la soglia dei 2/3 comincerà il periodo di osservazione, lungo.Poi verrà
l’udienza, tarda, visto il carico dei tribunal:poi si attenderà il parere del
comitato per l’ordine che si elaborerà con ciclostile, ed ancora , l’autorità di
polizia. Il risultato un lento stillicidio per lo sconto in galera dell’intera
pena.
Ecco azzerata ogni fioca luce che dovrebbe illuminare il principio della
rieducativita: altro che atteggiamento benevolo dello stato che si avvicina
al detenuto.
La vera cruda, amara, realtà è che quel giovane che con il suo comportamento esemplare all’interno del carcere, ossequioso alle regole interne e
disponibile nei confronti dei detenuti meno colti, dal corso di laurea nelle ristrettezze della clausura con voti pari a 30 e lode; , uscirà dalla galera lancinato nel corpo e nello spirito, impoverito lui e la famiglia , per 10 anni di viatico nelle carceri per il colloquio, isolato da qualunque inserimento sociale.
Ben diversa sorte il nostro Presidente di Regione, dopo qualche mese ne è uscito limpido, d’incanto, miracolosamente rieducato, quindi rivisitata la
personalità benchè solidificata dagli anni e dai trascorsi politici, adusata ai
conflitti e alla dialettica parlamentare; sessantenne che dinnanzi al contraltare della galera innalza il fatuo blasone della conversione morale. Però, a fronte di 5 milioni e 200mila euro, stabiliti dalla Corte dei Conti come risarcimento, lo stato riesce a recuperarne solo misere 1800 euro (V. Wikipedia) E le altre somme del rieducato? Rieducatamente sparite !!
Diverso il trattamento che lo stato riserva ad un ventenne la cui formazione culturale e la personalità non sono calcificate dal turbine del passato e dagli adattamenti, dai compromessi, ma da una personalità ancora magmatica e aperta agli insegnamenti ed alla civiltà.
Qualunque dizionario ci illustra il significato della personalità, secondo un
dettato di scienza psichiatrica universale e, l’operato della nostra giustizia su quanto anzidetto, straccia in maniera violenta il dire della scienza.
I metodi della nostra ordinamento ricordano una frase coniata per un killer seriale d’inizio novecento , Henry Landru’,che aveva sterminato tante
donne: e del quale si diceva. “ le donne gli chiedevano un po’ di calore
umano, e lui le metteva nel forno”.
Siderno, 28. 07. 2023.
Avv. Armando Gerace