Aristide Bava
SIDERNO – Sino a qualche tempo addietro usare l’eufemismo “Siderno città senza luce ” era ampiamente giustificato dallo stato di degrado e di abbandono che molti cittadini lamentavano a causa delle precarietà delle sue condizioni in molti settori. Ciò, soprattutto, facendo un paragone con il suo florido passato ovvero con i tempi in cui Siderno era considerata la città punto di riferimento dell’intera fascia ionica reggina per la sua dinamicità in campo imprenditoriale, turistico, sociale e anche politico. Adesso con l’avvento della nuova amministrazione comunale la situazione è, in qualche modo, migliorata e pian piano gli stessi cittadini stanno riscoprendo il gusto di (ri)sentirsi orgogliosi della loro appartenenza.
L’appellativo di “Siderno città senza luce” pero resta egualmente ma questa volta non in senso metaforico perchè, in effetti, l’intera pubblica illuminazione di buona parte del territorio comunale, centro compreso, non è all’altezza di una città come Siderno. Se, dunque, anni addietro l’eufemismo era finalizzato a dare l’idea di una cittadina dove purtroppo le precarietà degli ultimi anni avevano tolto lo “smalto” dei tempi migliori, adesso resta la necessità di darle effettivamente più luce perchè l’illuminazione pubblica e’ decisamente carente. Il problema – ciò è noto – già stato avvertito negli anni scorsi perchè la stessa amministrazione comunale – parliamo dei tempi in cui la città era amministrata da Pietro Fuda – aveva preso in considerazione questa necessità ed aveva annunciato di aver previsto un nuovo e più moderno sistema di illuminazione a “led”. A questo nuovo sistema era stato dato anche il nome di “ Smart City”, un sistema innovativo, finanche, presentato alla cittadinanza presso la sala del consiglio comunale. E in quella sede era stato detto che il nascituro progetto avrebbe consentito alla città di andare, infatti, verso la Smart City, ovvero una “Città intelligente” che puntava a uno sviluppo economico sostenibile con migliore qualità della vita della comunità. Un progetto seppure (allora) futuribile che avrebbe dato notevole spinta economica e sociale per il basso consumo e per il sensibile miglioramento dell’illuminazione pubblica. D’altra parte in un momento, quello di oggi, in cui si parla sempre più spesso di efficientamento energetico è fuor di dubbio che quello che era futuribile ieri è di estrema attualità oggi. E allora, alla luce della precaria illuminazione che esiste oggi a Siderno, ci viene spontaneo ricordare quel progetto. La stessa riqualificazione dell’impianto d’illuminazione esistente, sia dal punto di vista dell’efficienza energetica, che dell’ ammodernamento di apparati, è una necessità non più procrastinabile anche perchè , a parte tutto, può produrre risparmi, sia in termini di consumo che di manutenzione.
Sfruttare in questa direzione appositi finanziamenti – che in questo settore esistono e sono abbastanza consistenti – non dovrebbe essere molto difficile. Non sappiamo quale decisione abbia nel suo carnet la nuova amministrazione ma a noi tocca il compito di segnalare le lamentele della comunità, e quella della scarsa illuminazione pubblica è una delle necessità primarie. Lo stesso Corso della Repubblica, salotto della città, senza le luci degli esercizi commerciali accese, è un vero mortorio. Ed è quanto dire. L’ipotesi di quel nuovo auspicato impianto non è certo da scartare. Era prevista la sostituzione anche dei corpi illuminanti, presenti in centro e in periferia, con nuovi impianti a “led” di ultima generazione che potevsno e possono garantire una riduzione dell’impatto ambientale e proiettare Siderno nel futuro, in linea con i trend e le evoluzioni previste a livello nazionale ed internazionale. Nell’ottica del modello Smart City sarebbe stato possibile offrire pure servizi digitali innovativi, quali una migliore videosorveglianza, analisi delle immagini, connettività wi-fi, chiamate di emergenza, diffusione sonora, raccolta di dati ambientali. Un modo ottimale anche per garantire e migliorare l’estetica del paesaggio, offrire spazi sempre più vivibili e dotare la città di servizi innovativi. Quel progetto forse giace in qualche cassetto del Comune. Perchè non si tira fuori e si verifica la sua fattibilità ? La Siderno del futuro, d’altra parte, non può continuare a rimanere una città “senza luce”.
Nella foto Corso della Repubblica di sera