Aristide Bava
SIDERNO – E se si pensasse seriamente all’unione di Siderno e Locri ? La recente notizia che Corigliano e Rossano hanno creato un comune unico superando, in questo modo, ogni barriera campanilistica e proiettandosi verso un futuro che è stato valutato positivo per entrambi i due centri, ha riaperto anche nella Locride la vecchia idea di guardare ad una possibile unione tra Siderno e Locri, che sono i contri piu’ importanti del territorio e che, di fatto, ormai sono divisi solo da una striscia di terreno o, se vogliamo, piu’ semplicemente da un ponte. Una considerazione di questo genere è subito circolata anche sui social dove nell’immediatezza della fusione tra Corigliano e Rossano Mario Antonio Musolino, che tra l’altro non è ne di Siderno, ne di Locri (è nato infatti a Bianco) ha evidenziato una serie di privilegi che potrebbe aver la fusione dei due comuni della Locride. Come spesso accade, però, la sua considerazione ha subito diviso i pareri tra positivi e negativi. Resta un grande interrogativo. sul piano pratico, ammesso che ciò possa avvenire, converrebbe oppure no ? In molti sono convinti di si soprattutto per i riflessi che ciò comporterebbe per il territorio e per la conseguente possibilità di usufruire dei vantaggi ,anche di natura economica che ne potrebbero derivare. Certo non è una cosa facile. E non è semplice neppure superare l’atavico campanilismo tra i due centri e lo scetticismo, anche popolare, che una iniziativa del genere si porta appresso. Sul piano pratico valutando i dettami della legge una Unione dei due comuni porterebbe ad un ente locale costituito allo scopo di esercitare determinate funzioni (art. 32 del TU degli Enti Locali) con una propria personalità giuridica, dotata di autonomia statutaria, regolamentare, organizzativa e finanziaria e di propri organi politici e gestionali. E’ bene chiarire che c’è una certa differenza tra unione e fusione anche se l’unione è propedeutica alla successiva fusione tant’è che il passaggio dall’Unione alla fusione di Comuni è stato introdotto nel nostro ordinamento con la legge n. 142 che prevedeva che due o più Comuni contermini, ciascuno con popolazione non superiore a 5.000 abitanti, potevano costituire un’Unione per l’esercizio di una pluralità di funzioni o di servizi, ma solo «in previsione di una loro fusione». Cosa che si dovrebbe definire «entro dieci anni dalla costituzione dell’Unione” pena lo scioglimento dell’ unione. Per la verità questo tipo di norme erano state emanate per dare un minimo di garanzie ai comuni piccoli il cui numero, soprattutto al Nord e al centro, dal 2011 ad oggi è sceso notevolmente. C’è da aggiungere che la crescita del numero di fusioni è stata favorita dal decreto legge n. 95/2012, che ha introdotto importanti incentivi finanziari per incoraggiare il processo di riordino e di semplificazione degli enti territoriali e quindi, tra il 2012 e il 2017, con l’introduzione degli incentivi, ci sono state parecchie fusioni. Nel caso di Siderno e Locri il caso è diverso e assomiglia a quello di Corigliano a Rossano , comuni che avevano una popolazione superiore ai diecimila abitanti al pari di Siderno e Locri. Ovviamente restano molti interrogativi ma pensare ad un futuro, anche non immediato, con Siderno e Locri come unico Comune non è certo idea molto peregrina