di Gianluca Albanese tratto da lentelocale.it
Sono settimane decisive per il futuro della Diga sul Lordo, il grande invaso che fino a più di otto anni fa alimentava i terreni agricoli di diversi comuni, a secco da un paio di lustri, dopo la scoperta di una avaria riconducibile a un parziale fenomeno franoso.
È sul tavolo del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – ufficio Dighe il progetto definitivo redatto dalla società Di Giuseppe (composta da numerosi professionisti della progettazione) finalizzato a ridare una nuova vita a questa grande opera inaugurata negli anni ’90 e che, al di là dell’indubbia utilità relativa all’irrigazione dei terreni agricoli, aveva delle ottime ricadute in campo turistico e ricreativo. Sorge, infatti, in una zona dalla grande vocazione naturalistica, con la
grande paratia lato mare su cui sorge una strada che collega contrada Pantaleo (periferia Ovest di Siderno marina) alla parte bassa di Siderno Superiore. Da un capo all’altro della strada in cima alla paratia, un percorso per tre quarti asfaltato
che nei decenni precedenti era diventato una meta irrinunciabile per gli appassionati di trekking, corsa e ciclismo, che percorrevano volentieri i circa dieci chilometri di curve e saliscendi in mezzo alla natura e attorno al lago artificiale, che
nei periodi di piena arrivava a contenere fino a un potenziale di 9 milioni di metri cubi di acqua.
Nel 2013, la scoperta di una lesione riscontrata nel pozzo di accesso alla camera di manovra dello scarico di fondo, ha indotto l’ufficio Dighe del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti a procedere allo svuotamento cautelativo. Da allora, nulla è cambiato. Questo polmone verde è rimasto secco e tutti i propositi tesi a renderlo l’emblema e l’elemento trainante di uno sviluppo green del territorio sono rimasti nei programmi dei candidati alle elezioni comunali.
Ora, ci si augura che questo progetto, acquisito dal Consorzio di Bonifica dell’Alto Jonio Reggino e inviato al Ministero, venga approvato in tempi rapidi e si possa dare l’avvio del bando di gara che verrà gestito dalla Stazione Unica Appaltante.
Tra i principali obiettivi del progetto, il consolidamento del versante e la ricostruzione del pozzo danneggiato.
Secondo quanto riferitoci dal responsabile tecnico del Consorzio di Bonifica, ingegner Adriana Siciliano “Se tutto procede per il verso giusto i lavori potranno essere appaltati entro la fine del 2022. Conosciamo bene – ha proseguito – la
complessità dell’opera che richiede un attento e approfondito esame da parte del Ministero, ma siamo assai ottimisti soprattutto dopo aver acquisito il parere di un insigne esperto geotecnico secondo il quale il problema principale è stato superato.
Tra l’altro – ha aggiunto – è emerso che il fenomeno franoso sarebbe stato antecedente alla realizzazione della Diga e quindi nessuno vuole perdere questa grande occasione col progetto da quasi 10 milioni di euro che intende restituire la
diga alla sua piena funzionalità nei tempi tecnici necessari”.
Attualmente il Consorzio di Bonifica dell’Alto Jonio Reggino è retto da un commissario. Si tratta dell’ex sindaco di Sant’Ilario dello Jonio Pasquale Brizzi. Le elezioni dei nuovi organismi direttivi sono in calendario per la fine di gennaio.
L’auspicio è che il progetto definitivo venga approvato entro gennaio, in modo da dare una decisa accelerata all’iter.