COMUNICATO STAMPA

Il mancato inserimento della proposta d’indizione del referendum abrogativo della legge sull’Autonomia Differenziata nella prossima seduta plenaria del consiglio regionale (che era stata richiesta dai gruppi di centrosinistra), mostra il vero volto della maggioranza di centrodestra a palazzo Campanella e ridimensiona la portata di certe considerazioni critiche sui contenuti del Ddl “Calderoli” fatte quasi a mezza voce da suoi autorevoli esponenti. Non solo derubricare la questione a una discussione che si può tenere in Commissione, come giustamente fatto notare dai capigruppo proponenti «equivale a negare l’attualità e l’urgenza della questione e della necessità che il Consiglio regionale assuma una posizione netta e chiara in merito», ma la stessa Commissione viene convocata per il 31 luglio, ultima data utile.

Quanto basta a far capire a chi non se ne fosse accorto, che, con questo centrodestra che butta continuamente il pallone in tribuna, la Calabria non seguirà l’esempio di altre regioni come l’Emilia-Romagna, la Campania, la Puglia, la Toscana e la Sardegna, che invece si sono mosse da tempo, proponendo un referendum abrogativo del decreto tristemente noto come “Spacca-Italia”.

A questo punto, serve una presa di posizione forte da parte dei sindaci, i cui enti, già avamposti dello Stato e terminali di giuste istanze (ma anche di lamentele e frustrazioni contro ritardi e inefficienze burocratiche del sistema Paese), subiranno ancora di più le conseguenze nefaste di una riforma che darà di più ai ricchi per continuare a togliere ai poveri. A cominciare dall’adesione all’appello dei capigruppo di opposizione in consiglio regionale, che hanno chiesto ai sindaci di mobilitarsi ed essere presenti a Palazzo Campanella il 31 luglio.

Del resto, appare tutt’altro che risolutiva la decisione del Consiglio di Anci Calabria che al termine della seduta di ieri ha deliberato all’unanimità di istituire una commissione consultiva e di studio sull’applicazione della legge in materia di autonomia differenziata.

Ovviamente, come sindaci dobbiamo fare rete manifestando in tutti i modi possibili la contrarietà allo “Spacca-Italia”, a partire dalle deliberazioni unitarie dei loro consigli comunali. A Siderno lo abbiamo fatto per tempo, deliberando, lo scorso 26 marzo, all’unanimità del consiglio comunale, di ritenere che il modello di regionalismo proposto dal Ddl “Calderoli” non sia assolutamente sostenibile, chiedendo, all’epoca, sia al Governo che al Parlamento, il ritiro dello stesso. Il civico consesso sidernese, inoltre, ha chiesto che vengano obbligatoriamente individuati, definiti e finanziati i Livelli Essenziali di Prestazioni, nel pieno rispetto del principio di uguaglianza.

Serve che le voci contrarie allo “Spacca-Italia” diventino un coro unitario e coordinato. Forte e coeso per esprimere la posizione di più netta contrarietà a una riforma che, se dovesse davvero entrare in vigore così come è stata concepita, sarà un salasso per le aree più deboli del Paese.

Mariateresa Fragomeni

Sindaco di Siderno

Dirigente Nazionale del Partito Democratico