Aristide Bava
SIDERNO – Il movimento Siderno 2030 non è d’accordo sulle “precisazioni” dell’assessore Pietro Sgarlato relative all’aumento della Tari. In un documento dal titolo abbastanza significativo “I costi aumentano e i servizi peggiorano”, diramato ieri, Siderno 2030 afferma “Abbiamo appreso da una puntuale e chiara nota diramata dall’Assessore al bilancio del comune di Siderno, che l’aumento della Tari per l’anno 2021 sia stato un atto “obbligato”, imposto dalla legge, che ha statuito la totale copertura finanziaria del servizio di raccolta, conferimento e smaltimento dei rifiuti, cioè di tutto il ciclo integrato dei rifiuti.
Sin qui, “dura lex, sed lex”. Nella detta nota l’assessore Sgarlato asserisce, che l’aumento della Tari non sia ascrivibile né alla gestione commissariale, né a quella dell’attuale amministrazione, poiché i maggiori costi registrati negli anni 2020 – 2021 per i quali è necessario assicurare la completa copertura finanziaria sono, citiamo testualmente, “l’ effetto dei rincari dei costi di conferimento stabiliti dalla Città Metropolitana”, dovuti soprattutto al trasferimento di quella parte di rifiuti che vanno conferiti nelle cosiddette discariche di servizio, di cui l’ATO 5 risulta essere sprovvisto”.
Il documento a questo punto ricorda, però, che “nonostante tutto questo, un paio di settimane addietro, il sindaco f. f. della Città Metropolitana di Reggio Calabria con ordinanza n° 4888 del 21 gennaio u.s., prorogava per altri sei mesi il conferimento degli scarti di lavorazione, in uscita dagli impianti di trattamento di Cicerna di Gioia Tauro, Sambatello e Siderno, presso altri impianti autorizzati, siti al di fuori dell’Ambito Territoriale Ottimale n. 5, corrispondente territorialmente alla vecchia Provincia di Reggio Calabria, contravvenendo, tra l’altro, alla norma che vuole ogni ATO autosufficiente in termini di gestione del ciclo integrato dei rifiuti. Pertanto, – dice la nota – in particolare i cittadini di Siderno, stanno subendo una duplice penalizzazione, l’aumento della Tari e la presenza sul proprio territorio di un impianto vecchio, fatiscente, malfunzionante anche a causa dell’incendio verificatosi nel settembre 2020, i cui danni hanno cagionato un importante dimensionamento della lavorazione dei rifiuti che assieme alla mancanza di una discarica di servizio, hanno reso necessario il trasferimento dei rifiuti in altre regioni, con tutto quello che comporta un trasferimento di rifiuti da una regione all’altra in termini di impatto ambientale e di aumento del costo del servizio”.
Poi Siderno 2030, rappresentato in consiglio comunale da Stefano Archinà, Massimo Diano e Domenico Sorace, ricorda a questo proposito che “sia la compianta Presidente della Regione Jole Santelli che il suo successore f.f. Spirlì avevano dato termini perentori, entrambi scaduti da oltre un anno, alla città metropolitana e a ricasco ai 42 sindaci dell’ATO 5 per l’individuazione del sito su cui realizzare la discarica di servizio. Se è vero che l’attuale amministrazione non ha alcuna responsabilità diretta per l’aumento del costo della Tari, – precisa la nota – è pur vero che la stessa ha il dovere, nella qualità di componente dell’assemblea dei sindaci, i quali colpevolmente e irresponsabilmente continuano a traccheggiare sulla scelta del sito su cui dovrà sorgere la discarica di servizio, di pretendere che una scelta venga assunta o chiedere in subordine alla città metropolitana di sostituirsi ai sindaci nella scelta stessa, utilizzando criteri oggettivi come la densità della popolazione e l’estensione territoriale dei singoli comuni ricadenti nel territorio dell’ATO 5.
Capiamo – dice ancora la nota – che, assumere delle decisioni apparentemente impopolari nel breve termine, possa risultare cosa non facile elettoralmente e particolarmente difficile nel caso, come quello che ci occupa, in cui la battaglia va condotta tra rappresentanti istituzionali appartenenti allo stesso partito politico. Tuttavia, crediamo vivamente che chi amministra la cosa pubblica debba necessariamente assumersi le responsabilità di scelte nette e dovute, avendo l’avvedutezza di spiegarle in modo corretto e puntuale alle comunità amministrate. Sicuramente – conclude Siderno 2030 – è più facile agitare striscioni e iscriversi al partito del NO, ma le buone pratiche amministrative richiedono sempre e comunque l’assunzione della responsabilità amministrativa e politica che sottende ad ogni singola scelta”.