Maneggiare coltelli, lame rotanti o oggetti affilati mette seriamente a repentaglio la sicurezza delle mani.

Proprio per questo è necessario indossare guanti antitaglio, una serie di DPI da adottare in merito agli obblighi previsti dalla normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro, che possono proteggere da tagli, escoriazioni, ferite da punta e abrasioni.

Le tipologie di dispositivi variano in base al rischio e all’attività produttiva: ecco tutte le proposte sul mercato secondo quanto previsto dalla normativa in tema di antinfortunistica.

Come valutare la resistenza dei guanti antitaglio

I guanti antitaglio rappresentano una barriera resistente a tutti i rischi meccanici derivanti dal contatto accidentale con strumenti e lame taglienti.

Grazie a una protezione completa, fanno sì che anche le attività considerate ad alto rischio possano essere condotte in maniera del tutto sicura, tutelando i lavoratori dai piccoli infortuni così come dagli incidenti che possono avere conseguenze anche letali.

I guanti antitaglio professionali devono la loro capacità di protezione alla loro composizione: in particolare, al variare dell’attività sono previste spalmature in nitrile, in poliuretano e in schiuma, mentre, in base al grado di protezione richiesta, sono realizzati con filature in HDPE, fibre di vetro, fili di acciaio ricoperto o Kevlar, una particolare fibra sintetica brevettata che, a parità di massa, risulta cinque volte più resistente dell’acciaio.

A specificare i livelli di protezione è la normativa EN 388:2016 che, sottoponendo i guanti antitaglio professionali a un test cosiddetto “a lama dritta”, ne garantisce la certificazione ISO 13997 attraverso sei livelli di protezione.

La resistenza al taglio, in particolare, è definita in maniera crescente con una scala che va dalla lettera A alla lettera F, con livelli di protezione intermedi che permettono di beneficiare di una tutela variabile in base ai settori specifici.

Nello specifico, la normativa associa ai guanti contrassegnati con la lettera A a un livello di protezione basso, in genere destinato a operazioni di avvitamento, svitamento, giardinaggio o smerigliatura. I guanti di livello B ricadono invece nel grado di protezione intermedio e sono ritenuti adatti all’assemblaggio degli elettrodomestici, alla riparazione dei vetri e allo stampaggio di materiali plastici.

I guanti antitaglio contrassegnati con le lettere C e D ricadono invece nel grado di protezione elevato, che in genere è richiesto per proteggere le mani dai danni da perforazione, tagli e abrasione. Più nello specifico, i dispositivi contrassegnati con la lettera C sono destinati ai settori in cui sia prevista la produzione di vetri o l’utilizzo di lamiere, mentre quelli marcati con la D, all’ispezione di prodotti in metallo o al contatto con macchinari e utensili pericolosi.

I livelli E ed F caratterizzano invece i guanti antitaglio dal grado di protezione massimo, da indossare quindi in tutte quelle operazioni che possono mettere a repentaglio l’incolumità del lavoratore.

I DPI contrassegnati con la lettera E, in particolare, vengono adoperati per il trattamento dei rifiuti e per le operazioni di taglio di metalli, mentre quelli contraddistinti dalla lettera F, per la lavorazione di lamiere o le attività di assemblaggio particolarmente pericolose.

Non solo antitaglio: i guanti antinfortunistici a tutela dei lavoratori

Accanto ai dispositivi antitaglio, il settore dell’antinfortunistica propone molti altri DPI sviluppati per proteggere le mani da una serie di rischi specifici.

Tra questi si segnalano i guanti da macellaio, realizzati in cotta di maglia e adatti al contatto alimentare, e i guanti da motosega che, al contrario dei guanti da taglio, funzionano attraverso il criterio di ostruzione.

Difatti, le fibre sintetiche lunghe e sottili, di cui sono composti i guanti da motosega, a contatto con la lama si sfilano e la avvolgono completamente, bloccandone la rotazione nell’immediato e proteggendo l’incolumità dell’operatore.

Tutti i guanti antinfortunistici, in ogni caso, sono sempre sviluppati per rispondere ai requisiti di comodità, resistenza, sensibilità e aderenza necessari per ottenere il meglio negli ambienti produttivi, ma assicurando una sicurezza elevata anche nei settori considerati ad alto rischio.

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