I Carabinieri delle Stazioni di Arena e Fabrizia unitamente ai militari dello Squadrone Eliportato Carabinieri Cacciatori di Calabria, grazie al contributo del velivolo dell’8° Elinucleo dei Carabinieri di Vibo Valentia, nel corso degli ultimi giorni hanno rinvenuto due piantagioni di canapa indiana, rispettivamente in Fabrizia, loc. Cellia e ad Arena, c.da Lucarella, durante preordinati servizi finalizzati a contrastare il fenomeno della detenzione e della produzione di sostanze stupefacenti del tipo marijuana. In particolare, in data 25 agosto, in Fabrizia nella loc. “Cellia” è stata rinvenuta una piantagione di circa 80 piante di “canapa indiana” dell’altezza di circa 2 metri. Anche in questo caso, è stato individuato un sistema di irrigazione che consentiva l’autoalimentazione dell’illecita coltivazione. La coltivazione di canapa avrebbero avuto un valore potenziale sul mercato, una volta ultimato il ciclo di produzione, di circa 70.000 euro. Invece, in Arena, alla c.da Lucarella, i militari della locale Stazione hanno rinvenuto una piantagione di circa 500 piante di canapa indiana. In questo caso, però, i Carabinieri hanno constatato la presenza di un impianto d’irrigazione che doveva, di fatto, essere azionato obbligatoriamente dall’uomo. Dopo alcune ore di appostamento, i militari hanno notato un soggetto, successivamente identificato in Michele Cavallaro, 20enne originario di Arena, che azionava il comando per l’apertura dell’acqua. In considerazione del fatto che l’impianto d’irrigazione era l’unico sistema idrico collegato con tale interruttore, alle 12:00 circa di ieri, 26 agosto 2020, è scattato il blitz dei militari ivi presenti che hanno bloccato ed arrestato il 20enne per produzione di sostanze stupefacenti. Il successivo sopralluogo ha portato anche all’individuazione del possibile essiccatoio che era stato già approntato per le successive fasi della produzione dello stupefacente. Il valore potenziale di questa seconda piantagione, invece, si attesta sui 400.000 euro circa. Il soggetto arrestato, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, veniva tradotto presso il suo domicilio in regime di arresti domiciliari in attesa della successiva udienza di convalida. Entrambe le piantagioni, invece, sono state distrutte sul posto previo campionamento per le successive analisi scientifiche.