Ora l’orca è spiaggiata, squarciato il gonfio ventre dalla rabbia del mare.

Sulla schiumosa sabbia viscide scie di saettanti limacce rigurgitate dai putridi intestini attorno sparsi.

Annichiliti resti di putridi banchetti, parabole di antiche Civiltà oltraggiate da predaci ingiustie, indici tesi a imputare vergogna, suppliche fatte di silenzi e di sangue.

Enigmi irrisolti dell’ideale progetto d’una comune nazione ove tutto sta a pochi e ai molti niente.

Nella foschia dell’alba sospirata la morte aleggia nuove prede a ghermire.

E il sibilo incalzante di cerule sirene, sogni e pianti ormai estinti, sottolinea l’epilogo del viaggio terminato.

Che Dio finanche pregava non venisse iniziato.

 

sergio m salomone

 

mdgj, primo marzo 2023