“Non è nella facoltà dei presidenti di Regione chiudere le scuole: l’ordinanza che ha fatto il presidente della Campania De Luca verrà impugnata dal governo. Io ho chiesto all’esecutivo quale sarebbe stata la reazione di Palazzo Chigi nel caso in cui i presidenti di Regione avessero deciso di emettere ordinanze di chiusura, e mi è stato risposto che sarebbero state, appunto, impugnate. Ho quindi evitato di fare qualcosa che potesse rappresentare soltanto uno spot politico”.
Lo ha detto Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, in un’intervista a Calabria News 24.
“Ma andando alla sostanza del problema, dico che non bisogna prendersi in giro: la Dad non è la scuola in presenza. I livelli di apprendimento non sono gli stessi di quelli che si hanno in classe, soprattutto in una Regione come la nostra, che ha carenze infrastrutturali dal punto di vista digitale molto più alte rispetto al resto del Paese.
Lo ha detto Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, in un’intervista a Calabria News 24.
“Ma andando alla sostanza del problema, dico che non bisogna prendersi in giro: la Dad non è la scuola in presenza. I livelli di apprendimento non sono gli stessi di quelli che si hanno in classe, soprattutto in una Regione come la nostra, che ha carenze infrastrutturali dal punto di vista digitale molto più alte rispetto al resto del Paese.
Per questo io sono dell’idea che le scuole debbano restare aperte, ma ho posto una questione: se l’obiettivo era quello di tenere aperti gli istituti, non sarebbe stato meglio differire la ripartenza di un paio di settimane, in modo da poter vaccinare il più possibile gli studenti?
Il governo ha deciso di non fare così e di riaprire alla data prevista, ma penso che non sia tempo di polemiche. Abbiamo una crisi straordinaria davanti a noi, nelle prossime settimane ci sarà un aumento esponenziale dei contagi e conseguentemente dei ricoveri e delle terapie intensive. È tempo di concentrarsi sul lavoro, per fare in modo che il sistema sanitario non esploda”.
Il governo ha deciso di non fare così e di riaprire alla data prevista, ma penso che non sia tempo di polemiche. Abbiamo una crisi straordinaria davanti a noi, nelle prossime settimane ci sarà un aumento esponenziale dei contagi e conseguentemente dei ricoveri e delle terapie intensive. È tempo di concentrarsi sul lavoro, per fare in modo che il sistema sanitario non esploda”.