Sono stati sorpresi dalla Polizia Penitenziaria a pilotare un drone in sorvolo sopra l’Istituto Penitenziario di Arghillà con tre telefonini con caricabatterie presumibilmente destinati ai detenuti, tre uomini che sono stati arrestati dalla Polizia Penitenziaria con il supporto della Polizia di Stato”.

Lo riferisce Antonio Calzone, segretario Provinciale del Sinappe.

“Nel tardo pomeriggio di giorno 28 Febbraio – spiega in una nota dello stesso Sindacato autonomo di polizia penitenziaria – un Ispettore assieme al Sovrintendente del reparto locale, entrambi avvisati da un agente in servizio il quale notava un drone in direzione dei padiglioni detentivi, hanno individuato un’auto con a bordo tre persone intente a pilotare il drone in sorvolo sul carcere”.

I poliziotti coordinati dal primo Dirigente dott. Sergio Bruno, col supporto della Polizia di Stato, hanno bloccato l’auto ed hanno sequestrato i quattro telefoni cellulari “che erano destinati ai detenuti”.

Calzone evidenzia che “il problema dell’introduzione di telefoni in carcere è da tempo noto e conosciamo bene la sua portata che, al giorno d’oggi è davvero significativa e continua a crescere giorno dopo giorno. Ci preoccupa non solo il loro utilizzo per scopi illeciti all’esterno del carcere, come più volte riscontrato nelle attività di indagine che vengono svolte quotidianamente nei penitenziari e sul territorio nazionale, ma anche il vero e proprio commercio che è presente all’interno delle mura dove uno smartphone ceduto tra detenuti moltiplica vertiginosamente il proprio valore, diventando fonte di ingenti guadagni illeciti per chi riesce a gestirne il commercio”.

Il segretario provinciale del Sinappe Antonio Calzone ribdisce che anche quest’ultimo evento “conferma tutte le ipotesi investigative circa l’ormai conclamato fenomeno di traffico illecito a mezzo droni, fenomeno questo favorito anche dalla libertà di movimento dei detenuti a seguito del regime custodiale aperto e delle criticità operative attuali, in cui opera la polizia penitenziaria, con dei livelli minimi di sicurezza”.

Calzone si auspica che venga introdotto un corso di organizzazione territoriale “un nucleo di poliziotti penitenziari specializzati ed esperti nell’utilizzo e nella gestione dei droni sia in ottica preventiva che dissuasiva dei fenomeni di violazione degli spazi penitenziari o di introduzione di materiale illecito di qualsiasi natura”.

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