Ogni regione ha le sue ricchezze , le proprie peculiarità , le sue infrastrutture, ma possiamo palesemente constatare che non vi è una ricchezza comune, una sinergia e un collegamento che possano portare acqua pulita al mulino Italia.

Terra di poeti, scrittori, navigatori , scienziati, cantanti e musicisti di sicuro è rimasta, ma non è più una terra di patrioti, di gente che difende la propria identità, le proprie tradizioni , i propri confini e la propria dignità, da” inibitori” bonus improduttivi, da politiche palliative e non risolutive ,in diversi ambiti, esempio turismo, agricoltura, transizione ecologica e dulcis in fundo , di infrastrutture che possano collegare e meglio alcune zone nevralgiche del nostro paese, alla cara “mamma” Europa che tanti vorremmo , ma che in tanti vediamo come madrigna castigatrice delle nostre peculiarità identitarie e del nostro tesoro “made in Italy” da sempre scomodo a tutti i vettori di mercato perchè considerato e acclamato distintivo di qualità , creatività in tutto il vecchio continente e non solo.

Non serve lamentarsi, ma serve la giusta consapevolezza di essere certi dei nostri punti di forza che potrebbero muovere in maniera importante , Pil, occupazione verso i nostri giovani che abbandonano sempre in massa la nazione impoverendoci , relegandoci una nazione con più anziani e con sempre meno forze giovani preparate e dinamiche che la possano risollevare , dando vita ed economia attiva, con il lavoro la creatività e non con gli indegni sussidi che di sicuro sono ossigeno per gente indigente , ma che di fatto sono azione inibitoria , frenante verso lo spirito imprenditoriale italico che sempre più discende a indicatori gravi e che ci dovranno far pensare per il futuro che verrà, che non sarà dei migliori, visto che non siamo indipendenti a livello energetico e questa dipendenza da altri ,è stata sempre rafforzata dal solito e classico NO ambientalista che ha stoppato sempre le possibili occasioni di approvvigionamento energetico , in nome di non inquinare.

Scusate, ma gli altri paese europei perchè hanno compiuto scelte responsabili per la loro nazione , sfruttando al massimo delle loro possibilità fonti energetiche indigene e talvolta optando per scelte dirette al nucleare, preservando intelligentemente il loro ambiente e noi invece sfruttando la debolezza emotiva del tempo, abbiamo avviato un referendum contro il nucleare appena dopo eventi rilevanti di fuoriuscita in centrali obsolete e poco controllate, deviando e pilotando faziosamente un referendum popolare ? Come quando si unì la nostra Italia a livello geografico, la storia si ripete e possiamo ripetere un qualche cosa che abbiamo studiato e che risuonerà ancora, ossia che “Fatta l’Italia, bisogna fare gli italiani” con questa frase, associata in genere, a Massimo D’Azeglio, volle significare che per quanto l’Italia geograficamente e politicamente unita dal 1861, in essa, allora come oggi, sembrano voler continuare a regnare le differenze fra le regioni, non solo linguistiche come un tempo , ma ancor più gravi, di carattere culturale e la stessa popolazione continua ad essere sostanzialmente un coacervo di popoli diversi, di intenti diversi e non solo per l’attaccamento scarso verso la loro nazione e il proprio futuro, ma sembrerebbe essere “drogata passivamente” da contentini improduttivi che di sicuro forniranno l’uovo giornaliero e altrettanto scontato non forniranno le possibilità di avere un produttivo pollaio che possa essere fonte di positività e di rinascita . Ora o mai più, bisognerà scegliere chi votare , scegliere gli uomini e le donne che dovranno compiere un duro lavoro, il lavoro di cambiare registro e migliorarsi, ne andrà della dignità di tutti, occorrerà votare , scegliere e per una volta abbattere quella vergognosa legge elettorale , cercando di produrre una vera e forte maggioranza di governo, dove lo schieramento e la coalizione vincente , possano avere i numeri ben saldi in parlamento per compiere le scelte, giusto le scelte , quelle che ogni politico dovrebbe compiere per l’intera comunità e non per accomodarsi o se vogliamo dirla volgarmente, per portarsi la propria barca in porti a sicuri(economicamente parlando). Da cittadini , dovremo esercitare quel diritto nobile del voto, quel democratico diritto che costò sangue in passato ai nostri avi e che per tutti noi, dovrebbe essere preziosa azione da lucidare sempre, con responsabilità , di saper scegliere al pari di quelle persone che dal 26 settembre p.v. andranno a rappresentarci e che dovranno ribattere alla responsabilità delle loro scelte che saranno determinanti verso il nostro dignitoso presente , ma di sicuro verso il nostro ambizioso futuro che ognuno di loro dovrà cercare, dicendo SI o NO per il bene del popolo rappresentato e non solo per essere in linea con indirizzi di partito che a volte cozzano con le urgenze e le realtà critiche che la gente comune vive che sembra essere invisibile , in quella apertura di forbice fra poveri e ricchi che quotidianamente , si distanza sempre più.

Gianpiero Taverniti

https://youtu.be/rwVPhpelal4