“Scava con Archeokids: il manuale del giovane archeologo”.

E’ questo il titolo di un accattivante ed agile volume progettato da un team di archeologi e da un illustratore milanese, pubblicato da Editoriale Scienza nel 2021.

Pensato per i più piccoli, è suscettibile di vari livelli di lettura e per questo è consigliato un po’ a tutti, in particolare a insegnanti, educatori, genitori, che potrebbero affiancare i bambini in questo viaggio straordinario, con la promessa che ne resteranno, essi per primi, coinvolti. Il libro aiuta a prendere coscienza della nostra memoria storica e dell’inestimabile patrimonio artistico di cui è ricca la penisola; educa lo sguardo a osservare la realtà circostante con maggior profondità ed attenzione e allena l’occhio alla ricerca del bello. Accompagna il lettore fino alle soglie della scoperta, restituendo il brivido dello stupore di fronte al primo incontro con il reperto, grazie a uno stile avvincente e appassionante, a un sapiente intreccio di scrittura e immagine. La narrazione è semplice ma completa, non scade nel banale e sa veicolare una notevole ricchezza di contenuti. Ogni sezione è seguita da stimolanti esercizi applicativi, con un approccio ludico e pratico che consente di cimentarsi direttamente con quanto appreso: dalla compilazione di un’unità stratigrafica alla creazione di un matrix; dalla preparazione di una stratigrafia “in barattolo”, alla gustosa proposta di addentare un “panino a strati”, fino all’invito a preparare e mangiare una pizza, per comprendere, anche con le papille gustative, la differenza tra “tracce positive e negative”. Di particolare interesse è l’attività “Leggere i muri”, che invita a ricercare, sulla parete di un edificio fotografato, i variegati segni architettonici lasciati dall’uomo nell’avvicendarsi dei secoli. Non sempre, infatti, è necessario scavare sotto terra, nelle grotte e sott’acqua: a volte basta passeggiare per i centri storici delle città e osservare con un occhio allenato e attento le strutture che ci circondano.

C’è “un mondo di archeologia” che ci attende, e il libro ce lo fa conoscere in maniera coinvolgente e appassionata nell’ultima sezione, dedicata alle più eclatanti scoperte mondiali degli ultimi secoli, in cui oltre ad esporre dati e nozioni, occupano un ruolo centrale i protagonisti stessi dei rinvenimenti, con il loro indicibile stupore al momento fatidico. E davvero ci si emoziona leggendo, si resta coinvolti e sembra di essere lì, di fronte al materializzarsi dell’impensabile: con il mercante Schliemann, che insegue e realizza un sogno infantile riportando alla luce i resti dell’antica Troia; con il contadino cinese Yang Zhifa, che a Xi’an scava alla ricerca di acqua e trova invece un esercito di 8000 soldati di terracotta; coi ragazzi francesi che nel 1940, in piena guerra mondiale, entrano per gioco in un antro e si trovano nello straordinario labirinto effigiato che sono le grotte di Lascaux, definite non a caso “la Cappella Sistina della preistoria”.

E poi c’è il racconto di Pompei, i cui resti tornarono alla luce nel 1748 grazie agli scavi dell’archeologo Fiorelli, con la successiva realizzazione dei calchi in gesso che ancora oggi fanno tornare l’attonito visitatore al 79 d. C., nel tragico momento dell’eruzione vesuviana. Ma non è solo Pompei: tutta l’Italia è un museo a cielo aperto e racchiude, sott’acqua e sottoterra, immensi, inesplorati tesori che aspettano di essere disseppelliti.

Una volta restituiti alla luce, però, i reperti vanno schedati, analizzati, documentati e collocati in un luogo idoneo, il museo, che permetta a tutti di ammirarli, corredati da pannelli esplicativi, animazioni digitali e voci narranti che sappiano parlare di loro, ripercorrendone le vicissitudini a cavallo tra storia e mito.

Davvero c’è posto per tutti nella lunga filiera dell’archeologia, purché non ci si arrenda al disfattismo imperante e si prenda in seria considerazione l’idea di “restare”: in Italia e  ancor più in Calabria. Davvero è sempre necessario emigrare? Forse pro tempore, allo scopo di formarsi e acquisire un bagaglio di conoscenze, ma pur sempre con l’obiettivo di tornare! La valorizzazione del nostro inestimabile patrimonio artistico regionale è un dovere prima che un diritto. E’ un progetto ambizioso, che necessita, per la sua buona riuscita, di molteplici ingredienti: impegno, passione, intuito, determinazione, spirito di sacrificio, un pizzico di follia e la capacità di lavorare in equipe, mettendo da parte personalismi e manie di protagonismo, unendo forze, saperi e conoscenze. Solo cosi si può sperare di incidere in maniera efficace sulla realtà e di cambiare le cose: perchè, come si dice in Calabria, “na nuci sula nta nu sacco no’scruscia” ed è salendo in cordata che si raggiungono le vette più alte.

Livia Archinà

foto: https://turismo.reggiocal.it/