Ieri ad Arezzo hanno manifestato tutta la loro indignazione un corteo di risparmiatori truffati da Banca Etruria. La manifestazione era stata annunciata dal comitato Vittime del Salva banche. Il gruppo ha cercato di entrare dentro la sede centrale dell’istituto dopo aver colpito con i pugni più volte la porta a vetri d’ingresso. I contestatori sono stati subito circondati dalle forze dell’ordine. La strada dove si trova la banca è stata, infatti, bloccata dai vigili urbani quasi immediatamente. Gli ex obbligazionisti subordinati di Banca Etruria, che hanno perso tutti i loro soldi in seguito al decreto varato dal governo il 22 novembre, armati di striscioni e cartelloni sono arrivati in treno e auto, sfidando il freddo e la nebbia, per protestare contro quella che definiscono “una truffa” ai loro danni. Eppure dallo scorso anno il gruppo di quattro istituti di credito oggi in salvo era stato sottoposto a controlli dalla Banca d’Italia per ‘gravi inadempienze’. Tra queste anche due istituti calabresi. Oggi sotto commissariamento. Si tratta della Bcc Banca Brutia e della Banca Popolare delle Province Calabre. Il motivo del commissariamento è grosso modo lo stesso: carenza di organizzazione e di controlli interni e mancato rispetto del requisito patrimoniale minimo complessivo. Stando a quanto verbalizzato da Bankitalia, le due banche calabresi avrebbero eroso fortemente il loro tesoretto affidando prestiti a chi, poi, non li ha restituiti. Le sanzioni non sono tardate ad arrivare: 247 mila euro alla Popolare delle Province Calabre e 148 mila per Banca Brutia. Quasi una certezza l’intervento del governatore di Bankitalia su quest’ultimo istituto bancario.
L’obbiettivo è far uscire gli istituti di credito dallo stallo.
ALESSANDRA BEVILACQUA
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