Essendo venuta meno l’aggravante mafiosa, già nella fase del dibattimento di primo grado, è andato prescritto il reato per il quale l’ex ministro Scajola è stato condannato nel gennaio 2020 su richiesta del procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo. Per questo motivo, davanti alla Corte d’Appello di Reggio Calabria presieduta da Lucia Monica Monaco, nell’udienza di oggi alla Procura generale non è rimasto altro che chiedere il non luogo a procedere. La prescrizione è stata invocata anche per gli ex collaboratori di Matacena che erano stati però assolti nel primo processo. Si tratta di Martino Politi e Maria Grazia Fiordalisi. La difesa di quest’ultima, nell’udienza di oggi, ha chiesto la conferma dell’assoluzione e il processo è stato rinviato al 13 marzo quando, prima della sentenza, discuteranno gli avvocati di Scajola e Politi. Nell’ambito dell’inchiesta “Breakfast” l’ex ministro Scajola era stato anche arrestato nel 2014 dalla Dia. Nel processo era imputata anche Chiara Rizzo, l’ex moglie di Matacena che è stata condannata in primo grado a un anno di carcere con pena sospesa. Nel dicembre 2022, dopo la morte dell’ex parlamentare di Forza Italia, però, sia Rizzo che la Procura generale avevano rinunciato all’appello per cui, nei confronti dell’imputata, la sentenza di primo grado è diventata definitiva.