di GIANPIERO TAVERNITI

Quando l’arte , la creatività e la passione si “saldano”, il risultato è forte, inossidabile e possente come l’ espressività delle sculture dell’artista di Satriano. Lui è Francesco Mirenzio, un vero artista che nella sua taciturna e profonda espressione , con l’utilizzo di ricambi usati o usurati non più utilizzabili, esempio di pezzi di auto , di camion, compresi in dischi di freni, di frizione, pulegge, qualche pistone e biella, con l’arte Francesco li fa rivivere dandole una forma e componendo un soggetto scultoreo. Lo scultore afferma che il vecchio non si deve buttare, ne materiale e ne umano. Chiaro il riferimento comunicativo, verso le persone che quando invecchiano, vengono abbandonate e non tenute in considerazione. Ritornando ai ricambi che si trasformano, come per magia in vere e proprie opere d’arte contemporanea , rispecchiando figure marine, naturali, mitologiche e storiche. Spesso in giro per la Calabria, ammiriamo a dei veri monumenti in ferro, per esempio sul lungomare di Soverato, un’imponente ippocampo, simbolo della pluridecorata bandiera blu jonica o il girasole a zona nord, al pari di Re Italo a Caminia che sembra voler difendere il MUMAK della Bahia Blanca in uno dei tratti costieri più belli della Calabria. Insomma, percorrendo il lungomare di Schiavonea di Corigliano-Rossano in provincia di Cosenza possiamo ammirare la barca di ARGO e sempre nel cosentino ad ACRI, un possente NETTUNO. Dulcis in fundo per ordine di creazione, il gigante brigante MOMO, all’inizio del sentiero della pietra del brigante a S. SOSTENE nel catanzarese.

Opere che colpiscono per la loro grandezza, pensando al lavoro certosino di Francesco che le compone dopo averle disegnate nella sua mente “artistica”. Il personaggio o per meglio dire lo scultore, l’abbiamo conosciuto recentemente quando poco più di un anno fa realizzò la statua del brigante Momo collocato nel territorio sansostenese. Surreali le sue incredibili sculture, molto espressive a volte sembrano avere un cuore, sono frutto di tanto lavoro, progettazione, arte e tanta esperienza nella conoscenza dei materiali, lo stesso artista fin da piccino era attratto da questo tipo di arte e sculture. Se l’arte domina, assieme alla creatività, di certo non bisogna sottovalutare un qualche cosa d’importante, la tutela dell’ambiente e il sano e civile principio del riciclo che l’artista evidenzia con le azioni di recupero, tutto questo onora la strada “artistica” di Mirenzio, percorrendola con riciclate molle di sospensioni, dischi di freni consumati che di certo non freneranno l’indomabile arte di questo personaggio che si aggiunge alla forza dell’acciaio, in questa Calabria che sempre più ci piace e per noi che la viviamo e la raccontiamo, è un grande onore “comporla” al meglio, al pari delle sculture di Francesco Mirenzio di Satriano CZ.

Per concludere, non rimane che premiare Francesco con la massima ammirazione, aggiungendola ai tanti premi, riconoscimenti e attestati di merito che negli anni ha ricevuto, auspicandogli che i suoi gufetti n acciaio possano portargli fortuna affinchè la bellissima AMAZZONE possa trovare un’accogliente ARES moderno e che i suoi ippocampi possano sempre più essere trascinati dalla nobile corrente della continua onda artistica di Francesco. In questo interminabile viaggio in questa terra, raccontare il bello e il positivo inorgoglisce e rende titanica la fierezza di esserne calabrese ed averne il privilegio di poterla raccontare.