Aristide Bava

La prevenzione è un diritto o un privilegio? È l’interrogativo che si pongono i comitati “Casa della salute” di Siderno , “Difendiamo l’ospedale di Locri” e il Corsecom per evidenziare le grosse difficoltà del sistema sanitario della Locride ma anche, e soprattutto, una certa discriminazione che viene operata ai danni della provincia di Reggio. «È molto difficile per un cittadino che vive le criticità del nostro sistema sanitario, costretto spesso a rivolgersi a strutture private o a mettersi in viaggio verso altre regioni – scrivono – comprendere come sia possibile che debbano trascorrere più di due anni e mezzo per “dare concreta e tempestiva attuazione alle previsioni del D.L. 35/2019, convertito con modificazioni dalla L. 60/2019”». Il decreto, che prevedeva “Misure emergenziali per il servizio sanitario della Regione Calabria e altre misure urgenti in materia sanitaria”, destinava 86 milioni di euro all’acquisto di nuove attrezzature. Numerose sono state le sollecitazioni da parte di comitati e di associazioni di cittadini, come Comunità Competente, prima che fosse dato seguito a questo provvedimento. Con il DCA n. 5/2022 abbiamo finalmente – continuano – il “Programma di ammodernamento tecnologico”».

Quello che colpisce i comitati nella relazione di accompagnamento al Piano predisposta da Agenas, «è la sconcertante vetustà degli strumenti con cui si trovano ad operare le nostre strutture pubbliche. Nella relazione viene evidenziato come l’esigenza di sostituire n. 59 grandi apparecchiature dipenda dal fatto che gli strumenti hanno da tempo superato la soglia di adeguatezza tecnologica, che si attesta mediamente tra i 5 ed i 7 anni. Per come vanno le cose in Calabria, il dato potrebbe anche non stupire più di tanto, se non fosse che la qualità dell’indagine diagnostica è legata alla tecnologia, così come lo sono anche i tempi di esecuzione dell’esame. La conseguenza è che noi cittadini ci troviamo costretti a uscire dal pubblico e pagare di tasca nostra per cercare altrove le risposte ai nostri bisogni».

Si fa riferimento anche alle attrezzature per potenziare le attività delle strutture territoriali: «Mentre nel Cosentino sono attive e operative 5 Case della Salute, qui da noi quelle di Scilla e Siderno hanno solo da poco tempo visto l’avvio delle procedure per la loro realizzazione e, certamente, senza la mobilitazione dei cittadini, anche questi finanziamenti sarebbero rimasti inutilizzati. Oggi, grazie ai fondi del decreto n° 35/2019 , nelle Case della Salute operative in Calabria, i vecchi mammografi potranno essere sostituiti con macchine tecnologicamente più avanzate e, in una, è previsto anche il potenziamento con la Tac.

«Nel complesso, degli 86 milioni previsti del Decreto 35/2019, il programma per l’ammodernamento tecnologico nell’Asp di Reggio, con una popolazione di oltre 500 mila abitanti, prevede interventi per circa 3,8 milioni di euro. Nell’Asp di Vibo (165.000 abitanti), c’è un programma di interventi per 4,1 milioni, e nell’Asp di Crotone (172.000 abitanti), di 8,8 milioni. ra non molto dovrebbero arrivare anche i finanziamenti europei del Pnrr. Non sarebbe ora – conclude polemicamente il documento – che questi finanziamenti destinati alla Sanità per superare le diseguaglianze tra le regioni, fossero poi ripartiti sui territori in modo da garantire a tutti gli stessi servizi essenziali?»