L’epidemia dell’influenza 2017 sta arrivando al picco. Febbre repentina e violenta. L’ultimo rapporto InfluNet dell’Istituto Superiore di Sanità parla di un brusco aumento del numero di casi alimentato soprattutto dalla fascia d’età pediatrica. «Nelle scorse settimane abbiamo avuto episodi legati più che altro a sindromi simil-influenzali — spiega il virologo Fabrizio Pregliasco —. Ma adesso possiamo dire di essere nella fase epidemica». «L’andamento è quasi esattamente sovrapponibile a quello della stagione 2016/2017. Nell’arco di due o tre settimane al massimo dovremmo raggiungere il picco», aggiunge Caterina Rizzo del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute (CNESPS) dell’Istituto Superiore di Sanità che coordina la sorveglianza epidemiologica della sindrome influenzale. Il numero di casi stimati in questa settimana è pari a circa 270.000, per un totale, dall’inizio della sorveglianza, di circa 1.036.000 casi.
L’influenza 2017 può causare sintomi da lievi a molto severi, che compaiono da uno a quattro giorni dal contagio (tempo di incubazione), e che comprendono: febbre alta ad esordio improvviso, tosse secca e stizzosa, mal di testa, stanchezza e debolezza, brividi, dolori muscolari e articolari, dolori addominali, diarrea, nausea e vomito (soprattutto nei bambini), mal di gola, naso congestionato e starnuti, perdita di appetito, difficoltà a dormire. Questa influenza si differenzia dai virus parainfluenzali perché caratterizzata da uno sbalzo termico repentino con febbre sopra i 38 gradi, dolori articolari o muscolari, o almeno un sintomo respiratorio. Per chi lo desidera è ancora in tempo per vaccinarsi, perchè il vaccino impiega circa 10-15 giorni per essere efficace. In previsione del diffondersi del virus, la guardia medica e i poli di pronto soccorso sono allertati, ma si raccomanda di farne un uso appropriato. Il picco è atteso tra fine anno e i primi dieci giorni di gennaio: «Anche se nessuno può dire con esattezza quando arriverà sino al momento in cui non si registra la discesa del numero dei contagi», spiega il direttore del dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità Giovanni Rezza. Pare che quest’anno l’arrivo dell’influenza abbia effettivamente anticipato i tempi, soprattutto rispetto agli ultimi 5 anni.
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