Percorrendo questa strada, sarà anche possibile concretizzare un processo strutturalmente virtuoso, arrecando al tessuto socioeconomico calabrese quel cambiamento che sino ad ora si temeva di non poter nemmeno reclamare. Pensando al passato, con il voto espresso in aula, avverto la responsabilità di aver contribuito a praticare una scelta posta in netta discontinuità con la realtà ereditata: se in 12 anni i commissari mandati in Calabria non hanno neanche quantificato il debito, invece di continuare a inseguire le incognite dei numeri, abbiamo scelto con coraggio e determinazione di avviare un percorso che renda possibile la ripartenza.

Da oggi – prosegue Cirillo –, inizio ad immaginare una Sanità capace di essere anche un moltiplicatore per la debolissima economia calabrese, attualmente costretta a spendere 320 milioni di euro l’anno per i calabresi che vanno a curarsi in altre Regioni, magari da medici calabresi. Se in passato partire era l’unica strada da percorrere, il nostro impegno si tradurrà in un lavoro certosino e costante da compiere per garantire ai Calabresi quel diritto alla salute, tra l’altro previsto dalla Costituzione, senza doverli costringere a compiere viaggi della speranza ed esporli ad ulteriori costi.

Con l’Azienda “Calabria Zero” la Regione punta a seguire un modello già collaudato in Veneto, Lazio e Piemonte. I risultati ottenuti presso le altre regioni hanno reso possibile la razionalizzazione e l’ottimizzazione dei livelli di efficacia ed efficienza organizzativa del Servizio sanitario regionale.  In tal senso – conclude il consigliere Cirillo – se i nostri medici, con pochissime risorse e moltissime difficoltà, hanno saputo svolgere un lavoro straordinario, soprattutto durante la prima fase della pandemia ancora in atto, vorrei sperare che in un tempo accettabile, grazie alla scelta compiuta, si possa fare molto di più, riuscendo anche in un’altra sfida tesa a convincere i nostri giovani a rimanere in Calabria, non solo per studiare ma anche per specializzarsi e poi essere assunti, superando quel paradosso che per molto tempo abbiamo vissuto e subito assistendo alla partenze dei nostri giovani anno dopo anno ”