Ancora una volta, malgrado interventi, promesse e dichiarazioni sbandierate da ogni dove, dobbiamo constatare, non solo la mancata risoluzione delle problematiche ma addirittura l’aggravamento dell’esistente. Infatti continuiamo ad assistire al perdurare, in capo a qualche dirigente, di numerosi incarichi con l’inevitabile conseguenza che nessuno sia portato a compimento in maniera consona,  mentre altre unità operative attendono la formalizzazione delle procedure per ciò che di fatto, con abnegazione, alcuni dirigenti continuano a fare nell’interesse dei servizi.

In buona sostanza non riusciamo a vedere all’orizzonte, l’inizio di quel percorso virtuoso, annunciato e sbandierato, da tutte le parti, ma che resta solo dichiarazione di “intenti” futuri,  quale futuro non è dato sapere.

Intanto i servizi languono, quelli che si sorreggono sulla buona volontà di onesti lavoratori mentre altri, ultima in ordine di tempo l’ortopedia di Locri, sono chiusi o sospesi.

Pur sostenendo che la sicurezza degli operatori e dei pazienti vengano prima di ogni cosa,  questo non può consentire alibi per tutti coloro i quali nel corso degli anni, hanno ricoperto incarichi di vertice e sono stati gli artefici di quelle “macerie” che la Commissione ha dichiarato di aver trovato. I fautori di questo”scatafascio”, sono stati gli stessi che  hanno depredato  le casse aziendali, con l’invenzione di “regalie” o “del dare una mano” con la scusa di affrontare l’emergenza!

Altra considerazione ci porta a chiedere: se la percentuale di personale over sessanta anni, all’interno delle due strutture (Locri e Polistena) ma dell’Azienda tutta, è di circa il 50%, qualcuno degli “illuminati” strateghi  dell’ASP di Reggio Calabria,  sempre gli stessi da anni, ha mai predisposto un piano programmatico tenendo conto di tale fattore, evitando di trovarsi davanti all’ecatombe di carenza di personale, destinata ad aumentare negli anni a venire? Perché le assunzioni, autorizzate nel 2015 a dire dell’ineffabile Scura, non sono state fatte? Perché non sono stati banditi i concorsi per la copertura dei posti di direttore di struttura complessa vacanti da anni e necessari per il funzionamento delle uu.oo.? Perché non è stata data possibilità, attraverso bandi di concorso, alla partecipazione dell’ingente popolo di disoccupati, per tutte le qualifiche,  esistenti nella nostra provincia? Perchè l’Atto Aziendale, approvato da oltre due anni, resta carta straccia? Perché è consentita la moltiplicazione di incarichi alla stessa persona, mentre molte unità operative sono lasciate allo sbando perchè mancano i direttori fosse anche in sostituzione? Per non parlare dei mancati acquisti delle necessarie attrezzature delle uu.oo. che erogano servizi, in qualche caso rotte, vetuste ed obsolete.

Questo ci porta a pensare che il “disegno”, nemmeno tanto celato, è quello di portare all’autoconsunzione  le strutture esistenti ed inoltre scatenare “guerre tra poveri”, per attendere  un “deus ex machina” con la soluzione finale della chiusura totale dei servizi in provincia.

A tutto questo,  non ci stiamo come cittadini prima di ogni cosa.

Allora è la normalità di cui si ha tanto bisogno, partendo da chi deve andare in pensione a godersi il riposo previsto dalla legge, senza possibilità di riciclo e sopratutto non provochi ulteriori danni.

Ancora una volta la domanda è una chi, sta facendo cosa, per ovviare a tali situazioni, quali provvedimenti sono stati adottati per il contenimento delle emergenze/ urgenze.  Come è possibile che i due ospedali spoke, saltuariamente e per mesi, restino senza i servizi basilari per il buon funzionamento  dell’ospedale?

Cosi come non può che destare notevole allarme quando  attività vitali al funzionamento dei DEA, sono ineludibilmente votati alla lenta, agonizzante, chiusura nell’immediato futuro,  prevedibile per tempo, come saranno garantite le attività routinarie per ospedali spoke?

Quando si avrà un programma di razionalizzazione con la copertura dei posti necessari (direttori di s.c., dirigenti medici, OSS, Infermieri, eccetera) anziché fare, come fece l’ex-Commissario ad Acta/Soggetto attuatore,  quel pasticcio definito “piano del fabbisogno (assunzioni)” prevedendo del personale medico, senza distinguere specialità e disciplina e un numero di personale amministrativo che certamente non è prioritario alla funzionalità dei servizi sanitari!

La ricetta semplice  è il ripristino della normalità attraverso le regole vigenti ed esistenti, con l’attribuzione di un incarico (uno solo) ad ogni dirigente, la restituzione ai compiti di istituto di ognuno   e la copertura, previa razionalizzazione dell’esistente, delle figure mancanti.

Solo così le macerie si possono allontanare e sopratutto,  non si creano altre, forse più gravi.

 

Il Coordinatore Territoriale                                                                Il Segretario Territoriale

Francesco Politanò                                                                              Emanuela Barbuto