Via libera definitivo della Camera al decreto legge contenente le disposizioni di proroga della partecipazione di personale militare al potenziamento di iniziative della Nato e le misure per il servizio sanitario della regione Calabria nonché di commissioni presso l’Aifa. Nel testo anche norme per il differimento dei termini per l’esercizio delle deleghe in materia di associazioni professionali a carattere sindacale tra militari. Favorevoli 160, contrari 54, astenuti 76. Il provvedimento, gia’ approvato dal Senato, diventa legge.

Per quanto riguarda la Calabria la proroga è di ulteriori sei mesi le misure speciali per il Servizio sanitario calabrese, per consentire la chiusura della gestione commissariale e il passaggio di competenze all’Azienda per il governo della sanità della Regione (Azienda zero). Dalla proroga sono escluse alcune disposizioni relative al compenso aggiuntivo dei commissari, alla possibilità di avvalersi della Guardia di finanza, al contributo di solidarietà. Una modifica del testo in Senato ha fatto salva la facoltà del commissario straordinario di nominare direttori generali degli enti del servizio e di avvalersi della collaborazione dell’Agenzia delle entrate.

M5s: “Con rigetto nostri emendamenti maggioranza va contro principi di trasparenza ed efficienza”

“Oggi questa maggioranza, la stessa che dai banchi dell’opposizione gridava allo stop al commissariamento della sanità per la Calabria e si rifiutava di votare per il decreto approvato, in data odierna, alla Camera, ha respinto le nostre proposte emendative, mettendo in atto un vero e proprio paradosso”. È quanto affermano i deputati del Movimento 5 Stelle, Elisa Scutellà, Anna Laura Orrico e Riccardo Tucci.  “Ciò che precipuamente chiedevamo attraverso i nostri interventi emendativi era una maggiore trasparenza sia sull’operato del presidente Occhiuto che avrebbe dovuto relazionare alle Camere circa lo stato di avanzamento dei lavori, che sulla discrezionalità in capo al presidente di Regione nell’individuazione dei direttori generali, amministrativi e sanitari che andrebbero invece scelti attraverso selezioni pubbliche. È paradossale -proseguono di deputati pentastellati – che chi rivendica l’importanza della meritocrazia faccia poi orecchie da mercante quando lo stesso parametro deve essere usato per l’individuazione di chi dirige le Aziende sanitarie calabresi, alcune delle quali commissariate con una commissione d’accesso antimafia. Cosa c’era di tanto irricevibile nelle nostre proposte di portare alla luce e alla conoscenza dei cittadini calabresi l’operato compiuto dal commissario ad acta, oppure nel voler recidere il legame tra le nomine dei dirigenti della sanità e la politica che ad oggi hanno portato ad un evidente fallimento contraddistinto da un commissariamento ultradecennale. La sanità calabrese ha bisogno di trasparenza ed efficienza, tuttavia, a questa maggioranza sembra non interessare e preferisce respingere al mittente delle proposte opportune, necessarie e costruttive senza le quali continueremo a non avere contezza di quanto compiuto dal commissario ad acta né – concludono i deputati – a risanare un servizio sanitario regionale colabrodo che viola da decenni il diritto alla salute dei cittadini calabresi”.

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