L’attività di ricognizione sullo stato dei servizi avviata nell’immediatezza dell’insediamento di questo Direttore, la cui nomina è avvenuta da meno di un  mese, ha fatto emergere in tutta la sua gravità la situazione di caos, di inefficienza e di precarietà in cui versano le diverse aree aziendali sia sotto l’aspetto organizzativo che funzionale, con ripercussioni e criticità che stanno comparendo nella loro reale drammaticità tali da compromettere irrimediabilmente il regolare funzionamento se non addirittura la stessa sopravvivenza dell’Azienda.

Da una prima attività ricognitiva sullo stato generale dei servizi è stata riscontrata la inadeguatezza della struttura burocratica nel suo complesso, la frammentarietà e l’incompletezza delle informazioni e delle notizie fornite da quasi tutti gli Uffici e, soprattutto, la disorganizzazione e la inefficienza accertata ai vari livelli aziendali che compromettono la possibilità per gli organi di direzione di effettuare finanche le attività più elementari tese al risanamento dell’azienda.

In questo periodo di intenso e duro lavoro di verifica  si è  cercato di mettere in atto un processo di riorganizzazione aziendale per consentire l’avvio dell’azione amministrativa secondo i più elementari principi aziendalistici di economicità, di efficacia ed efficienza delle varie funzioni, scontrandosi in tutta la sua allarmante tragicità con il malfunzionamento delle diverse aree aziendali e precisamente con l’Area Finanziaria, l’Area Legale, l’Area Risorse Umane, l’Area Beni e Servizi e così via.

È stata riscontrata una sistematica se non metodica disorganizzazione accompagnata da una disordinata, farraginosa e talora inconcludente attività dei vari uffici, spesso anche dannosa per gli interessi dell’Azienda, che rendono difficile l’esecuzione anche di quelle operazioni che rientrano nella “normale” attività di gestione che devono consentire il regolare svolgimento delle funzioni dell’Ente.

Da un primo esame della documentazione e delle attività delle varie funzioni aziendali, si evincono molteplici criticità e problematiche che frenano oltremodo, compromettendo allo stesso tempo, la regolare prosecuzione dell’attività, in quanto richiedono i necessari approfondimenti legali, giuridici ed amministrativi al fine della doverosa ed obbligatoria trasmissione degli atti ai competenti organi giudiziari e/o della magistratura contabile.

Alcune tra le problematiche riscontrate sono state evidenziate anche dalla società di consulenza KPMG, la quale si é limitata, però, ad una succinta elencazione delle inefficienze aziendali e ad un generale riepilogo delle azioni da intraprendere, senza indicare, allo stesso tempo, le modalità operative e la tempistica di attuazione previste nonché, soprattutto, le risorse umane e materiali da destinare.

Anche il Collegio Sindacale, quale organo di vigilanza e di controllo dell’attività dell’Ente, pare abbia avuto non poche difficoltà nel trasferire le proprie osservazioni e le attività da intraprendere per una corretta gestione amministrativa.

Dall’esame dei verbali del suddetto organo, infatti, non risultano mai essere stati costituiti i libri contabili obbligatori: Libro degli inventari e Registro dei cespiti ammortizzabili, indispensabili per realizzare, assieme al libro giornale ed ai conti di Mastro, un sistema d’informazione sul Patrimonio Aziendale. Tale obbligo, ovviamente a carico degli organi competenti, avrebbe meritato maggiore attenzione da parte della struttura direzionale (si veda il Verbale CdS del 31 marzo 2015).

Ciò che sta emergendo con cruenta drammaticità è che la disorganizzazione, la confusione e l’inefficienza hanno preso il sopravvento in tutte le funzioni aziendali, per cui si rende necessaria e doverosa una rigorosa azione di risanamento dell’azienda a tutti i livelli.

L’Area Finanziaria, la cui frammentata ripartizione territoriale ne incrementa l’inefficienza, non è in grado di assolvere le funzioni essenziali per la stessa sopravvivenza, denota una mole di lavoro difficilmente trattabile in tempi ragionevoli ed evidenzia una significativa carenza organizzativa e soprattutto la mancanza di adeguate professionalità. È stata rilevata una gestione finanziaria approssimativa, un ritardo fuori da ogni logica nella contabilizzazione delle fatture e soprattutto una liquidazione delle fatture ricevute che avviene senza regole.

Non si riescono a comprendere i ritardi e soprattutto le inefficienze accumulate nella gestione di tale area funzionale aziendale tanto da compromettere la predisposizione in tempi ragionevoli di tutto quanto necessario per una rappresentazione contabile dell’azienda attendibile e coerente con la realtà. Se tutto questo non bastasse, come già evidenziato, mancano in azienda o non sono correttamente tenuti, secondo quanto previsto dalla normativa civilistica, il libro inventari ed il registro dei cespiti ammortizzabili. Si tratta di elementi indispensabili ed essenziali, per la determinazione dell’effettiva entità del Patrimonio dell’Ente.

Non è pleonastico ribadire che l’ASP non ha una programmazione finanziaria certa, pertanto si trova in una sorta di anarchia contabile caratterizzata dall’assenza e/o dalla tardiva redazione dei bilanci economico-preventivi che frustano, talvolta, le finalità dell’istituto, oppure dei bilanci consuntivi non approvati dal Collegio Sindacale e dalla sezione di controllo della Corte dei Conti della Regione Calabria.

Non risulta instaurata una contabilità separata dell’attività intramoenia dei professionisti che vi hanno optato con la conseguente mancata rilevazione del debito/credito nei confronti degli stessi medici autorizzati e rendendo quindi quelle prestazioni, sganciate dalla contribuzione fiscale. Non risultano rendicontati nei tempi e nelle forme regolarmente dovute, gli incassi per i servizi a pagamento quali i ticket e le altre prestazioni sanitarie. Altre irregolarità ed anomalie più volte rilevate anche dal Collegio Sindacale hanno reso impossibile effettuare i previsti controlli circa la rispondenza delle poste di bilancio alle scritture contabili, come previsto dall’art. 10, c.4 della L.R. n. 2/1996.

L’Area Legale, non è in condizione di effettuare una quantificazione realistica del numero dei procedimenti trattati e di quelli in essere e soprattutto la quantificazione in termini finanziari di spesa degli stessi. Purtroppo una parte considerevole degli esborsi dell’Ente deriva da decreti ingiuntivi e sentenze su ritardati pagamenti, da maggiori costi per spese legali ed interessi moratori e così via. L’azione del gruppo di lavoro costituito dalla precedente direzione di questa Azienda per la gestione della problematica relativa al ritardato pagamento  dei debiti pregressi ha mostrato tutti i suoi limiti nei numerosi atti transattivi di dubbia convenienza per l’Ente, conclusi nell’ultimo periodo spesso con liquidazioni milionarie, ingenti importi di interessi moratori riconosciuti e spese legali più che significative.

A tal proposito si evidenzia che su alcuni atti deliberativi assunti direttamente dalla precedente Direzione aziendale per accordi transattivi relativi a posizioni creditorie pregresse sono stati effettuati seri rilievi da parte del Collegio Sindacale (Verbali n. 6 e n. 7 e n. 8 del 17 e 19 e 31 Marzo 2015), per cui si è ritenuto dover sottoporre a riesame tali accordi ed altri ancora in itinere, richiedendo con nota n. 35092 del 7.05.015 motivato parere all’Ufficio legale interno.

Come è facilmente intuibile, l’Area Legale riveste un ruolo essenziale nella gestione debitoria, per cui le informazioni sui pignoramenti eseguiti in forza di sentenze e di decreti ingiuntivi e soprattutto la loro esatta quantificazione monetaria sono di vitale importanza per il funzionamento dell’Ente e per un’attenta programmazione finanziaria. L’enorme quantità di atti legali in essere, la dislocazione degli uffici in più immobili e soprattutto la disorganizzazione delle diverse funzioni operative all’interno della struttura, rendono impossibile attingere, oltre che ai documenti cartacei, anche ai dati finanziari necessari per una quantificazione degli importi trattati. Tutte queste inefficienze creano delle sovrapposizioni di lavoro e soprattutto, così come è stato riscontrato, anche la duplicazione di pagamenti già effettuati.

Una responsabilità certamente da ripartire con l’area Finanziaria riguarda la regolarizzazione contabile dei pignoramenti eseguiti sino al 2008, presso l’allora tesoriere Banco di Napoli, per un importo di circa 400 milioni di euro. L’attività dell’Area Legale doveva essere quella di adoperarsi al fine di fornire all’Area Finanziaria ogni elemento utile al riscontro contabile dei pagamenti effettuati. Questa discrasia fa ritenere che, ad oggi, non sia possibile neppure riscontrare quali conti di bilancio siano stati effettivamente interessati dalle numerose procedure esecutive, tenuto conto che il dato quantitativo fornito dal Tesoriere all’Area Finanziaria è basato sulle ordinanze di assegnazione del Giudice dell’Esecuzione e solo sulle somme complessivamente pagate ai creditori pignoratizi senza fornire un dettaglio delle singole partite contabili.

Si sta cercando di prendere cognizione dell’ammontare della reale situazione debitoria, compiendo ogni sforzo teso al risanamento dell’azienda. A tal proposito è stata acquisita agli atti, su espressa richiesta di questa Direzione Amministrativa un elenco contenente 140 ricorsi in ottemperanza per l’esecuzione di giudicati formatisi su decreti ingiuntivi e sentenze pendenti dinanzi al Tribunale Amministrativo di Reggio Calabria, il cui importo complessivo di spesa, comprensivo di interessi e spese legali, sono in fase di determinazione. E’ stato altresì richiesto all’Ufficio economico-finanziario di fornire un aggiornamento sul numero di commissari ad  acta già insediati per adempiere a quanto previsto nelle sentenze di ottemperanza rese dal TAR.

L’Area Risorse Umane, si presenta in numerosi ambiti funzionali con una gestione caotica, approssimativa ed incompetente, responsabile nel tempo dei disservizi, delle inefficienze e anche della enorme ed inarrestabile mole di contenzioso, sentenze e decreti ingiuntivi nei confronti dell’Ente. Pare opportuno evidenziare che la non corretta applicazione dei diversi istituti contrattuali previsti dai CC.CC.NN.LL. e degli accordi decentrati, l’inefficiente gestione delle posizioni giuridiche del personale, dei fondi contrattuali, degli straordinari non pagati o pagati in netto ritardo, della retribuzione di posizioni variabili, delle indennità di turno, delle indennità di presenza, di mansioni superiori, di passaggio economico di fascia, di indennità organizzative e di coordinamento, ecc., hanno determinato l’instaurazione nei confronti dell’Ente di numerosi e non quantificabili procedimenti presso gli organi di giustizia civile ed amministrativa, molti dei quali risultano ancora pendenti e che comportano per l’Ente una emorragica dispersione di risorse finanziarie con conseguenti ricadute negative sulle casse aziendali.

È stata riscontrata, in definitiva, una carenza organizzativa di proporzioni drammatiche; non è stato possibile acquisire, per la sua probabile inesistenza, un organigramma aziendale, il mansionario che definisca le funzioni del personale dipendente ed, infine, l’Atto Aziendale che definisce le varie funzioni e ripartizioni delle strutture non è stato a tutt’oggi validato in sede di controllo dalla Struttura Commissariale ed è più il frutto di un copia ed incolla che di un lavoro realistico e mirato alle effettive necessità dell’Ente. Si ravvisa, pertanto, uno scollegamento delle varie funzioni aziendali, la mancanza di dialogo/comunicazione e soprattutto di collaborazione tra i vari settori.

Anche l’Area Beni e Servizi denota una situazione preoccupante. Da una serie di verifiche effettuate nel settore degli appalti, sono emerse delle criticità organizzative che hanno messo in luce un disastroso malfunzionamento dei diversi uffici preposti a Reggio Calabria, Palmi e Locri, nonché un frequente ricorso alle trattative private o dirette per l’acquisizione di beni e servizi. Non si riesce a fare effettuare le procedure tramite il Mercato elettronico della P.A. In particolare, si segnala la strumentalizzazione del ruolo istituzionale dell’Azienda e la costante e sistematica violazione delle regole dell’evidenza pubblica, attraverso il ricorso a rinnovi taciti o proroghe di contratti precedentemente sottoscritti, con l’elusione degli obblighi di gara  motivata dall’urgenza di garantire la continuità del servizio. In questa Area funzionale manca il rispetto delle regole più elementari di economicità e di efficienza aziendale, manca un controllo puntuale sui costi dei beni e dei servizi delle singole forniture, sulla effettiva necessità di tali acquisti e si riscontra addirittura, come peraltro evidenziato più volte anche dal Collegio Sindacale, la violazione sistematica della normativa sui pubblici appalti.

L’Area Patrimonio, spesso isolata dal resto delle funzioni aziendali, risulta essere anch’essa disorganizzata ed inefficiente. Manca l’istituzione di un elenco/repertorio degli immobili, con una descrizione analitica degli stessi, della loro consistenza, del loro grado di vetustà e dell’attuale utilizzo, anche ai fini di un’eventuale fruibilità sia diretta, da parte dell’Ente, che esterna, in concessione a privati, previo pagamento di un canone commisurato ai prezzi attuali di mercato. Si cita, a titolo meramente esemplificativo e non esaustivo, che esistono soltanto alcuni fogli mobili sui quali vengono riportati i dati relativi ad alcuni immobili, alcuni dei quali in particolare, sono dei terreni agricoli concessi in locazione a privati, con contratti risalenti al 1961 e con canoni non menzionabili (€ 12,00 all’anno!), che comportano notevoli diseconomie per l’Ente derivanti da costi di mantenimento (ad es. IMU) decisamente superiori ai proventi realizzati. Su molti immobili concessi in locazione manca l’aggiornamento a data recente dei canoni incassati, delle morosità in corso e delle procedure esecutive attivate. Inoltre, particolarmente preoccupanti sono le azioni legali in corso da parte dei privati per usucapire gli immobili di proprietà dell’ASP. Si tratta di procedure per le quali si rende necessario verificare le azioni difensive promosse dall’Ente.

Dalla disamina di quanto sopra, è evidente che l’attività di questa direzione  si trova a dover affrontare, con tutti i risvolti che ne conseguono, una situazione critica e di emergenza che assorbirà in maniera considerevole importanti risorse e tempo utile altrimenti utilizzate per un’attenta programmazione e pianificazione delle diverse attività.

Purtroppo è spiacevole rilevarlo, ma fatti normalmente rientranti nella gestione straordinaria stanno ormai assumendo carattere ordinario. La situazione è fuori controllo e ci si trova ogni giorno a gestire un’indefinita quantità di atti, documenti e problematiche di ogni sorta che, sommate alle evidenziate inefficienze organizzative, rendono ancora più complessa ogni attività e funzione di questa direzione. Si ritiene doveroso intervenire con alcune significative azioni di governo mirate alla riorganizzazione aziendale, intendendosi per tale quegli interventi finalizzati alla riprogrammazione delle diverse attività, delle funzioni e soprattutto delle responsabilità a tutti i livelli aziendali, necessari e fondamentali per scongiurare il rischio concreto, qualora tali azioni non venissero poste in essere nel più breve tempo possibile, di destabilizzazione e di ingovernabilità dell’Azienda, con nefaste conseguenze sul bilancio economico dell’Azienda e con altrettante drammatiche conseguenza di carattere sociale per l’impossibilità di erogare i livelli essenziali di assistenza (LEA) utili a garantire la salute dei cittadini.

La necessità di procedere a stretto giro alla formulazione del bilancio consuntivo 2014 e del bilancio preventivo 2015, rende obbligatorio ed improcrastinabile la funzione dell’accertamento/ricognizione dei disavanzi pregressi al fine di stabilirne l’esatto ammontare, ed evitare allo stesso tempo duplicazioni di pagamenti, come recentemente riscontrato dallo stesso ufficio economico/finanziario, A tal proposito si riporta a titolo esemplificativo l’avvenuto pagamento di fornitori effettuato da BDE e dall’Azienda per un importo di DUE MILIONI DI EURO.

Particolarmente significativa appare anche la recente Nota del MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze) – Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato, Protocollo 26970 del 30/03/2015 pervenuta all’ASP di Reggio Calabria in data 15/04/2015 (prot. 0030202), indirizzata alla Regione Calabria ed ai Direttori Generali delle Aziende Sanitarie Provinciali ed Aziende Ospedaliere, con la quale sono state segnalate delle criticità, delle carenze e delle disfunzioni da parte delle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere operanti sul territorio regionale nel corso del 2014, conseguenti alla mancata osservanza della normativa generale e di settore in materia di personale, contrattuale e contabile. In particolare la nota del MEF ha posto l’attenzione, relativamente all’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria, sul mancato invio alla Corte dei Conti di talune delibere concernenti costi sopravvenuti, sulla illegittima proroga di incarichi libero/professionali affidati ad alcune unità di personale P.T.A., sulle irregolarità riscontrate nella tenuta delle scritture contabili al 31/12/2012, sulla illegittima proroga della concessione del comando ad alcuni dipendenti, sulla mancata approvazione del bilancio di esercizio 2012 (quest’ultimo punto merita una particolare attenzione da parte del Commissario Straordinario per la gravità delle segnalazioni evidenziate) e tanto altro ancora.

Le carenze di carattere organizzativo e procedurale in cui versano gli Uffici Aziendali e l’inadeguatezza della struttura burocratica nella sua interezza, hanno determinato l’impossibilità del regolare funzionamento dell’Ente ed il regolare assolvimento delle attività essenziali, per cui la riorganizzazione della struttura per Aree Aziendali presuppone la creazione di un organismo operativo e di management a supporto della direzione strategica che sia in grado di imprimere e dettare un modello organizzativo volto alla regolarizzazione delle attività aziendali. Sebbene l’attività dell’Ente rientri nell’ambito della sanità pubblica, la materia va affrontata con criteri aziendalistici, per cui appare pleonastico rimarcare che l’attività nel suo complesso debba essere improntata nell’ottica dell’economicità, dell’efficienza e delle efficacia di ogni singolo atto e trasmessa ai vari livelli organizzativi. Occorre innanzitutto intervenire con un’attenta attività volta alla razionalizzazione dei costi. La recente storia del nostro Paese ci sta insegnando, come nel caso degli Enti in dissesto, ad intervenire su quelle voci di costo maggiormente rappresentative, quali il costo del lavoro, mettendo in atto politiche di mobilità e di prepensionamento. Occorre, tra le varie azioni da intraprendere, definire e stabilire regole certe ad ogni livello aziendale, attribuire ruoli e responsabilità, con eventuale istituzione di una commissione o di un organo disciplinare che intervenga tempestivamente ogni qualvolta si manifesti la mancata ottemperanza degli adempimenti dovuti a qualsiasi livello. Si vuole segnalare in questa occasione, che nelle diverse relazioni presentate negli anni da esperti, da manager e quanti altri, si parla ripetutamente di inadeguatezza della dirigenza e della carenza di personale a supportare le esigenze gestionali sempre più complesse. È opportuno ricordare che l’Ente conta più di 3.500 dipendenti!!!

Le azioni correttive per il risanamento dell’azienda devono prevedere certamente un sacrificio in termini di risorse umane e finanziarie necessarie a consentire l’avvio al funzionamento delle diverse aree aziendali e soprattutto far acquisire all’intero comparto sanitario calabrese quella credibilità necessaria in termini operativi e di risultati, in un momento come quello attuale, cercando di costruire un modello di sviluppo attuabile, definendo procedure mirate ed implementando regole comportamentali a tutti i livelli, al fine di dare concreta dimostrazione che determinati valori di equità e di giustizia sociale siano davvero realizzabili nel nostro territorio.

Questa Direttore vuole essere promotore del rilancio dell’Ente, portando l’azienda ad una situazione di equilibrio finanziario e, soprattutto, di efficienza organizzativa. Tale percorso di risanamento va intrapreso attuando da subito specifiche strategie da condividere con codesto Commissario Straordinario, che prevedano la definizione di un programma congiunto teso al raggiungimento di obiettivi determinati e coerenti con la mission dell’Azienda..

                               

         Il Direttore Amministrativo

                                                                                                          Avv. Giovanni Tringali

Trasmissione  relazione ex Direttore Amministrativo  ASP  RC .-

La UIL è lieta di apprendere che la S.S. dopo circa due anni di mandato “vissuto” nella duplice veste di Commissario e Direttore Generale, cominci a rendersi conto della gravità della situazione e delle enormi criticità insistenti presso l’ASP di Reggio Calabria, giudicata da tempo l’Azienda più disastrata d’Europa. I servizi televisivi e la stampa hanno consentito a questa Organizzazione di  prendere atto del suo sgomento relativamente al fatto che chi l’ha preceduta non si sia mai accorto di nulla sulle consistenti anomalie che la S.S. ha avuto modo, invece, di accertare in ordine ad una allegra gestione del personale e non solo. La UIL FPL che da decenni denuncia i misfatti che si stanno consumando sulla pelle dei cittadini di questa provincia nell’ambito sanitario, non ha motivo di dubitare che molte delle note e delle denunce trasmesse dalla UIL FPL, anche durante la Sua gestione,  non siano giunte sul Suo tavolo, altrimenti non si spiega, vista la tempestiva e doverosa solerzia appalesatasi nella fattispecie, sia stato silente e non si sia determinato conseguentemente su: 1) denunce sugli appalti; 2) procedimenti sulle ditte delle pulizie; 3) personale imboscato e sotto utilizzato ; 4) denunce in ordine  alle cooperative  non accreditate; 5)  medici  utilizzati impropriamente; 6) medici assunti per l’emergenza/urgenza ed utilizzati  in altre UU.OO;                       7) procedimenti penali a carico del dott. Calabrò, in uno dei quali la vede co-indagato,  ed altre  denunce che dovrebbero  essere in Suo possesso.

Questa Segreteria Provinciale, al fine di evitare che tra qualche tempo, la S.S. si stupisca, altresì, di altre importanti défaillance nell’Amministrazione che dirige, crede di farle cosa gradita nell’inviarle la esaustiva relazione/denuncia dell’ex Direttore Amministrativo, redatta nella qualità e datata  20.05.2015 che se letta in tempo Le avrebbe garantito il vantaggio di evitarsi ogni tardivo stupore/meraviglia e porre in essere ogni utile e tempestivo accorgimento per evitare il default dell’Azienda. L’occasione è propizia nel contempo, onde evitare equivoci di sorta, di rendere pubblica la predetta relazione di che trattasi, ringraziandoLa anzitempo per quanto intenderà fare a difesa della legalità e dell’Azienda.

Distinti saluti.

Il Segretario  Provinciale

*Nicola Simone

*firma autografa sostituita da indicazione a mezzo stampa, ai sensi dell’art. 3, comma 2, della legge 39/1993

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