Come riporta Rocco Muscari su gazzettadelsud, edizione rc, oggi in edicola, la Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria ha riaperto le indagini sull’omicidio del brigadiere Carmine Tripodi, assassinato a San Luca il 6 febbraio 1985.

L’inchiesta, che è coordinata dai pm della Dda reggina Diego Capece Minutolo e Alessandro Moffa, si è appreso, è stata riaperta nei mesi scorsi e si sta sviluppando su diverse direzioni.

La Procura contesta il concorso tra più persone nell’omicidio dell’allora 24enne brigadiere Tripodi. In questo contesto i magistrati inquirenti hanno proceduto con un’informazione di garanzia relativa alla fissazione di un accertamento tecnico non ripetibile che coinvolge N.S., di 66 anni, originario di San Luca, già implicato in passato in altre indagini contro la ‘ndrangheta ma uscito assolto.

All’indagato, che è assistito dall’avv. Pietro Bertone, è stato notificato un avviso relativo allo svolgimento di accertamenti tecnici di tipo biologico a cura del Ris di Messina, che si terrà domani, su alcuni reperti rinvenuti nell’Ufficio Corpi di Reato del Tribunale di Locri. Nello specifico si tratta di indumenti ed altri oggetti, quali sassi, toppe di asfalto ed altro, raccolti sulla scena del delitto e recanti tracce ematiche che sarebbero riferibili a uno degli assassini del brigadiere Tripodi.