“Il Presidente dell’Antimafia Morra è riuscito con il suo cervellotico intervento in Senato a correggere in peggio le modalità del confronto politico e le analisi che si debbono fare sul fenomeno mafioso. E pure la Chiesa, più che giustamente, se ne risentirà.  Ancora prima, avvertiamo un  profondo disagio come cittadini e come cittadini impegnati nelle Istituzioni. Morra, non si è fatto “trascinare” dal disordinato dibattito che avveniva in aula, quello sciagurato concetto – rosario e mafia – ce lo aveva dentro, lo aveva maturato in funzioni e ruoli che esercita e che lo additano come incapace, strumentale e sleale. Noi altri e tante migliaia di pellegrini ci rechiamo a Polsi per un fatto di fede e di tradizione, lì come altrove,  se avvengono fatti evidenti e documentati riconducibili alla mafia, bisogna intervenire come Stato con estrema energia. Più che la “narrazione” dei fatti occorre un energico intervento sugli accadimenti, sugli effetti perversi ad opera della mafia che violentano e danneggiano la nostra società. Su questo terreno si sarebbe dovuto muovere anche il Presidente Morra, “accompagnando” l’azione degli inquirenti. Noi siamo i primi a volerla, questa azione, coerente e convincente, a Morra contestiamo l’uso a fini politici (?)di una frase ad effetto,studiata, appunto, non per rendersi utile, ma per fare scena e danni.Noi continueremo a chiedere ostinatamente altri antidoti, quelli che funzionano, contro il malaffare, e, cioè, lavoro e progresso, servizi, ci impegneremo con tutte le nostre forze per cercare una immagine migliore e più confacente della regione e della nostra comunità. Morra non ci ha aiutato affatto con quella orribile frase, anzi ci ha danneggiato come Calabria, come San Luca, come Amministrazione comunale. Come fedeli onesti e corretti continueremo ad usare il Santo Rosario per le nostre preghiere autentiche e per le nostre sane speranze”.