Respinge le accuse a suo carico, Sebastiano Nirta, nell’ udienza che lo vede accusato associazione a delinquere a stampo mafioso nell’ ambito del processo ‘Italia che lavora’. Il 58 enne nega di aver preso parte ad un accordo teso ad accaparrarsi, direttamente o indirettamente, gli appalti ricadenti nel Comune di San Luca nel 2005. Nirta nega ogni suo coinvolgimento in politica, così come di aver sostenuto alcun candidato. L’imprenditore si appella alle carte dei suoi lavori eseguiti e dichiara di aver ottenuto dal Comune aspromontano solo 3 sub appalti, in due dei quali, sostiene, avrebbe addirittura dovuto mettere mano al proprio portafoglio. Nirta aggiunge, poi, di aver ottenuto dal Comune due lavori di estrema urgenza, per meno di 4 mila euro, iva compresa. Il 58 enne si difende dalle accuse e afferma di possedere tutte le certificazioni sull’ idoneità dei materiale utilizzati nei lavori eseguiti dalla propria impresa. Mentre l’ imputato in aula a Locri, continua a ribadire la propria estraneità ai fatti a lui contestati, il suo difensore dichiara di essere in possesso di tutte le regolari bolle e fatture relative alle forniture e gli atti di una vertenza con la Provincia di Reggio Calabria. Il pm, intanto, ha chiesto la trascrizione di altre intercettazioni, datate 2010, che il Tribunale ha disposto, rinviando il processo a settembre.

Piera Galluzzo

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