L’istanza inoltrata al sub commissario Giuseppe Putortì. A farsi interprete della carenza è la Fondazione nazionale Corrado Alvaro.

San Luca è forse uno dei pochi paesi che ha il triste primato di non avere, tra le sue cose più care, un monumento dedicato ai caduti nelle due grandi e terribili guerre.

Ed è per questo che la Fondazione Corrado Alvaro, attraverso una lettera indirizzata al comune di San Luca nella persone del commissario prefettizio Salvatore Gullì, ha chiesto che venga colmato un vuoto che offende la memoria e il sacrificio di questi sanluchesi caduti nelle due grandi e terribilie guerre. E di pari passo cancelli il paese di San Luca e la sua gente da quel novero ristretto di comunità che ancora non hanno eretto un monumento che ricordi e commemori i suoi figli morti in guerra.

Nella lettera, firmata anche dall’associazione culturale “Il nostro tempo e la speranza”, dal centro studi “Padre Stefano De Fiores” e l’associazione Pro Loco con sede in San Luca, è rimarcato forte e chiaro come le rappresentanza dei reduci e combattenti hanno “sollecitato ripetutamente la varie amministazioni comunali e l commissioni prefettizie succedutesi nel tempo a erigere un monumento in ricordo di questi caduti, non ricevendo mai alcun riscontro”. E ancora che “la popolazione di San Luca gradirebbe che i propri caduti e mutilati nelle guerre venissere ricordati con un segno evidente e tangibile di gratitudine e di rispetto”.

Alla lettera, recapitata anche al maresciallo della stazione carabinier di San Luca, Michele Fiorentino, è seguita una riunione presieduta dal sub commissario Giuseppe Putortì nel corso della quale è emerssa forte e chiara la volontà, da parte di chi sta gestendo il comune di San Luca, di aprire la pratica per ottenere le necessarie autorizzazioni.

Il dott. Putortì si è inoltre impegnato mad accertare il numero preciso di sanluchesi caduti nel corso delle due grandi guerre, alle quali, e soprattutto a quella del 15’/18, il figlio più illustre del paese, lo scrittore Corrado Alvaro, ha dedicato uno dei suoi libri più conosciuti “Vent’anni”.

fonte gazzetta del sud