Non regge in Appello l’impianto accusatorio dell’inchiesta denominata “Italia che lavora”. Ieri la Corte del filone abbreviato, presieduta da Lilia Gaeta, ha assolto tutti e cinque gli imputati. Si tratta di: Francesco Stipo, Antonio Cosmo, Domenico Costanzo, Francesco Mammoliti alias “Fischiante” e Domenico Pelle “Gambazza”. Per loro l’accusa era di “illecita concorrenza con violenza o minaccia”.  Nell’ottobre dello scorso anno erano stati tutti condannati a 4 anni di reclusione. Per la Corte d’Appello, tuttavia, il fatto non sussiste.
E’ stata disposta, inoltre, la scarcerazione immediata se non detenuti per altra causa.
L’operazione “Italia che lavora” scattò il quattro febbraio del 2014. I Carabinieri eseguirono la custodia cautelare emessa dal gip reggino nei confronti di 11 persone accusate a vario titolo associazione mafiosa, illecita concorrenza volta al condizionamento degli appalti pubblici, frode nelle pubbliche forniture e furto di inerti, con l’aggravante delle modalità mafiose. In particolare, dal monitoraggio di nove appalti pubblici banditi dal Comune di San Luca, dalla Provincia di Reggio Calabria e dalla Regione Calabria per opere da eseguirsi a San Luca per un ammontare complessivo di 5,5 milioni di euro, secondo l’accusa è emerso l’accaparramento grazie ad atti di concorrenza sleale volti al controllo o comunque al condizionamento dell’aggiudicazione e della successiva esecuzione dei lavori. Gli indagati secondo gli inquirenti avevano stretto un accordo collusivo che mirava, attraverso la predisposizione fraudolenta di offerte e attraverso rapporti di sub-appalto lecito o illecito dei lavori, all’imposizione esterna della scelta delle ditte destinate ad aggiudicarsi gli appalti o comunque a eseguire, di fatto, i lavori sulla base di una logica spartitoria dettata dagli equilibri mafiosi esistenti nel territorio di San Luca fra il 2005 e il 2009. L’operazione “Italia che lavora” trae origine da un’indagine avviata nel 2005 dai carabinieri di San Luca in cui sono poi confluite le risultanze di altre inchieste come “Crimine”, “Reale”, “Saggezza”e “Metano a San Luca”.
ALESSANDRA BEVILACQUA
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