Sono quattro i motivi contenuti nel ricorso straordinario presentato in favore di Francesco Nirta (cl. 74), avverso la sentenza della Cassazione che ha confermato la sia condanna all’ergastolo per l’omicidio di Bruno Pizzata, avvenuto il 4 gennaio 2007 nelle campagne di Casignana, che gli inquirenti fanno rientrare nella della faida di San Luca, tra le opposte consorterie dei Pelle-Vottari e dei Nirta-Strangio. Una risposta all’agguato di qualche giorno prima, il pomeriggio di Natale del 2006, quando fu uccisa Maria Strangio, cognata proprio di Nirta. Il 44enne, come si ricorderà, è stato arrestato in Olanda nel settembre 2013 e successivamente estradato in Italia. Il collegio dei difensori del sanluchese, composto dagli avvocati Giuseppe Milicia, Roberto Rampioni e Vincenzo Nobile, ha sollevato una serie di osservazioni sulla sentenza emessa dalla Corte di Cassazione nel giugno 2016, per errore di fatto e omesso esame di alcuni motivi contenuti nel ricorso presentato in precedenza contro la sentenza della Corte d’assise
d’appello reggina del maggio 2014
fonte: gazzettadelsud