La relazione della Commissione Antimafia evidenzia le criticità dell’ultima amministrazione, tra pressioni criminali e inefficacia delle normative
San Luca continua a essere il simbolo delle difficoltà istituzionali nella lotta alla criminalità organizzata. La recente relazione della Commissione parlamentare Antimafia, frutto della missione conoscitiva dello scorso giugno, ha messo in luce come l’amministrazione comunale sia stata pesantemente condizionata da presenze criminali, rendendo inefficaci gli strumenti normativi volti a contrastare le infiltrazioni mafiose.
L’ultima amministrazione, in carica dal 2019 fino a maggio 2024 e guidata dal sindaco Bruno Bartolo, nonostante l’assenza di coinvolgimenti diretti in attività illecite, non è riuscita a garantire un’amministrazione autonoma e trasparente. Il rapporto della Commissione sottolinea gravi criticità nella gestione degli appalti pubblici, nella fornitura di servizi e nella supervisione dei beni confiscati alla criminalità organizzata, ambiti nei quali le ingerenze esterne avrebbero pesato in modo significativo.
Particolare attenzione è stata posta sulle elezioni amministrative del 2019, quando la candidatura di Bartolo fu sostenuta da una coalizione trasversale che puntava a garantire stabilità in un comune più volte sciolto per infiltrazioni mafiose. Tuttavia, la sua amministrazione ha incontrato numerose difficoltà: un consiglio comunale ridotto all’inoperatività e una macchina burocratica incapace di rispondere alle esigenze della comunità hanno portato nuovamente alla decadenza dell’amministrazione, alimentando il circolo vizioso che da decenni caratterizza il comune aspromontano.
Bartolo aveva più volte denunciato queste difficoltà, dichiarando di essere stato sollecitato dalla prefettura a candidarsi con la promessa di un sostegno concreto da parte delle istituzioni superiori, aiuto che però non si è mai concretizzato. La relazione della Commissione Antimafia ha inoltre messo in evidenza le criticità legate alle candidature nelle tornate elettorali: la possibilità per soggetti vicini alla criminalità di candidarsi e influenzare il voto dimostra l’inefficacia delle attuali normative.
Il dossier della Commissione rappresenta un nuovo campanello d’allarme non solo per San Luca, ma per l’intera Locride, dove il radicamento della criminalità organizzata continua a ostacolare ogni tentativo di sviluppo e legalità.