Il mistero sulla scomparsa di Antonio Strangio, 42 anni, imprenditore agricolo e allevatore di San Luca, si fa sempre più fitto. I resti carbonizzati ritrovati nel suo fuoristrada, distrutto da un incendio in una zona isolata tra Bovalino e San Luca, sono al centro delle indagini dei carabinieri. Gli esami del DNA, attesi a breve, potrebbero confermare che quei frammenti ossei appartengono all’uomo, scomparso da oltre una settimana senza lasciare tracce.

Tra i resti del veicolo sono stati rinvenuti oggetti personali come una fibbia di cintura e un meccanismo di orologio, ma è l’ipotesi di un omicidio brutale e calcolato che scuote il territorio. Se confermato, il delitto segnerebbe la fine di un equilibrio criminale che sembrava stabilito dopo i tragici eventi della faida di San Luca e la strage di Duisburg nel 2007.

La sua scomparsa e le circostanze sospette del ritrovamento del veicolo non lasciano dubbi sulla gravità della vicenda. In un luogo come San Luca, simbolo della criminalità organizzata, un evento simile rischia di segnare una nuova escalation di violenza.

Le indagini sono in mano alla Procura di Locri, con il sostituto procuratore Rosa Maria Pantano che coordina il lavoro dei carabinieri del Gruppo di Locri e della Compagnia di Bianco. Al momento, vige il massimo riserbo sulle direzioni investigative, ma l’ipotesi di un regolamento di conti o di uno scontro interno alla criminalità organizzata prende corpo.

Per 17 anni, dopo operazioni come “Fehida” e le pesanti condanne inflitte ai protagonisti della faida, la cittadina aspromontana aveva vissuto in un clima di relativa quiete. Il caso Strangio rischia di incrinare nuovamente questo fragile equilibrio, riportando San Luca sotto i riflettori per le peggiori ragioni. Se l’omicidio sarà confermato, ci si troverebbe di fronte non solo a un atto di inaudita violenza, ma anche a un possibile segnale di profondi cambiamenti negli assetti criminali locali.

Il caso Strangio non è solo un mistero da risolvere: è il simbolo di un territorio in cui la pace è appesa a un filo e dove ogni evento può innescare una pericolosa reazione a catena.

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