«Le forze alleate monitorano abitualmente le navi russe che navigano vicino alle acque della Nato». Lo ha detto all’ANSA un funzionario dell’Alleanza atlantica interpellato sui possibili rischi derivanti dai vascelli di Mosca in prossimità dell’area in cui si tiene l’esercitazione alleata “Neptune Strike”, a sud della coste siciliane.
«Neptune Strike – continua il funzionario – continua le sue attività di pattugliamento nel Mar Mediterraneo. Questo evidenzia la capacità della Nato di integrare le capacità marittime di alto livello di un gruppo d’attacco di portaerei per garantire un’elevata prontezza operativa e la difesa di tutti gli alleati. È la prima volta dai tempi della Guerra Fredda che un gruppo completo di portaerei statunitensi passa sotto il comando della Nato. Come ha già detto il segretario generale Jens Stoltenberg, la Nato farà sempre ciò che è necessario per proteggere e difendere tutti gli alleati».
Intanto, una fregata norvegese e aerei radar italiani seguono la flotta da sbarco di Mosca. Mentre nel Mediterraneo orientale l’obiettivo è localizzare i sottomarini russi Kilo
Cosa sappiamo sulla Neptune Strike: tre portaerei insieme
Ieri è iniziata la grande esercitazione NATO Neptune Strike nel Mar Mediterraneo. Questo esercizio di 12 giorni è stato annunciato nei giorni scorsi dagli Stati Uniti. Secondo il Segretario alla Difesa degli Stati Uniti John F. Kirby, questa esercitazione era in calendario da molto tempo, ma il sito web della NATO non ha mostrato nulla su questa esercitazione dopo che è stata annunciata. Gli esercizi con più di 9.000 persone devono essere annunciati almeno 42 giorni prima dell’inizio.
Si sa ancora poco di Neptune Strike. Sabato è diventato chiaro che ben tre portaerei della NATO si eserciteranno insieme, ma ciò non sembra far parte della suddetta esercitazione NATO, perché la portaerei francese è ancora a Tolone. La portaerei di classe Nimitz USS Harry S. Truman parteciperà al Neptune Strike per conto degli Stati Uniti. Il Truman non deve correre nel Mediterraneo, il vettore è lì da tempo. I vettori non sono mai soli e anche adesso il Truman naviga con diverse navi. All’inizio di gennaio si trattava comunque dei cacciatorpediniere di classe Arleigh Burke USS Bainbridge, USS Cole, USS Gravely e USS Jason Dunham e dell’incrociatore di classe Ticonderoga USS San Jacinto. Anche la fregata norvegese KNM Fridtjof Nansen (classe con lo stesso nome) fa parte dell’American Carrier Strike Group.
Il dialogo tra le diplomazie americana e russa
Serghei Lavrov «non ha fornito alcuna indicazione» di piani imminenti per una de-escalation in Ucraina. Lo riferiscono fonti Usa dopo il colloquio telefonico tra il ministro degli Esteri russo e il segretario di Stato americano Antony Blinken. Secondo le fonti il prossimo passo sarà la consegna da parte della Russia di una «risposta formale”
convalidata dal presidente Vladimir Putin alla lettera inviata la scorsa settimana da Washington.
Ucraina: telefonata Draghi-Putin, impegno per soluzione crisi
Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha avuto stamattina una conversazione telefonica con il Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin. Al centro dei colloqui vi sono stati gli ultimi sviluppi della crisi ucraina e le relazioni bilaterali. Il Presidente Draghi ha sottolineato l’importanza di adoperarsi per una de-escalation delle tensioni alla luce delle gravi conseguenze che avrebbe un inasprimento della crisi. Sono stati concordati un impegno comune per una soluzione sostenibile e durevole della crisi e l’esigenza di ricostruire un clima di fiducia.
Nella telefonata con il premier Draghi, il presidente russo Putin ha confermato l’intenzione di Mosca di “continuare a sostenere stabili forniture di gas all’Italia”. E’ quanto afferma il Cremlino, citato dalla Tass.
Mosca non si tirerà indietro di fronte alle minacce di sanzioni statunitensi sulla crisi ucraina: lo ha reso noto oggi l’ambasciata russa a Washington prima dell’atteso colloquio telefonico tra il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov e il segretario di Stato Usa Antony Blinken. “Non ci tireremo indietro e staremo sull’attenti, ascoltando le minacce delle sanzioni statunitensi”, ha scritto l’ambasciata su Facebook, aggiungendo che “è Washington, non Mosca, a generare tensioni”.
gazzettadelsud.it