R. e P.
Come al solito il Procuratore Capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, rappresenta una situazione della Calabria con grande lucidità e lungimiranza. E’ notoria la presenza della ‘ndrangheta nelle istituzioni, così come la collusione di pezzi dello Stato e della politica con tali soggetti, al fine di poter gestire e amministrare le grandi risorse esistenti e che verranno a seguito delle opportunità offerte dal Pnrr. La ricostruzione operata dal dott. Gratteri non solo è lucida e precisa, ma consente di avere delle certezze che prima rappresentavano solo delle ipotesi.
Le indagini sinora svolte hanno fatto emergere una circostanza ineluttabile: le mafie si concentrano dove vi sono le risorse maggiori e possono lucrare al massimo con il loro sistema di controllo e, nel contempo, soffocamento della libera impresa o gestione della cosa pubblica. In Calabria, è inutile nasconderlo, la classe politica è fortemente sostenuta e, comunque, condizionata dalla ‘ndrangheta. Così come anche gran parte delsistema imprenditoriale. Le maggiori risorse, allo stato, sono i lavori pubblici, la gestione degli enti e dei territori e, infine, la sanità privata e in forma minoritaria quella pubblica. Gran parte del bilancio regionale è interessato dalla spesa sanitaria, senza aggiungere gli enormi importi che le ASP hanno versato e devono versare a tantissimi creditori. E’ vero che vi sono fattura pagate due-tre volte, ma è anche inquietante la impossibilità di ricostruire la contabilità e gli eventi mortali che hanno accompagnato momenti in cui qualcuno si era impegnato a ricostruire tale situazione. Circostanza inquietanti che, però, rientrano in quel disegno di controllo totalitario che non può e non deve lasciare spazio ai possibili guastatori. Un sistema collaudato che ha retto sempre e che oggi potrebbe vacillare solo con un’azione condivisa della politica con le parti sociali ed, in particolare, con le Istituzioni. Un percorso che dovrebbe essere accompagnato da una collaborazione forte e continua con le Procure ed, in particolare, con quella di Catanzaro, oltre che con le Forze dell’Ordine, che potrebbe portare ad uno smantellamento del sistema criminale-burocratico. Ma, per fare ciò ci vuole volontà certa, impermeabilità e distanza dal malaffare. La Lega ha intrapreso questa strada e la porterà fino in fondo senza se e senza ma, ringraziando tutti coloro che sosterranno questa battaglia vitale per la bonifica calabrese. E la presidenza della Commissione anti-ndrangheta nella persona di Giuseppe Gelardi, preside e persona di alto valore morale ed etico, comprova la volontà del partito di andare fino in fondo verso una legalità concreta e non solo proclamata. Naturalmente, ci si aspettano risposte concrete e collaborazioni da parte di tutte le istituzioni per un percorso comune. Solo così si potrà frenare e rallentare l’azione delle lobby di potere, affaristiche e ‘ndranghetistiche.
Lì, 15 gennaio 2022.
Il Commissario Regionale della Lega
(avv. Giacomo Francesco Saccomanno)