R. e P.
<<I lavori per il Ponte sullo Stretto partiranno tra pochi mesi nell’estate 2024, portando con sé decine di migliaia di posti di lavoro e un impatto significativo sul Pil nazionale. Secondo le ultime dichiarazioni del governo e del Direttore tecnico della società Stretto di Messina, Valerio Mele, non ci sono ritardi previsti sulla tabella di marcia e i cantieri inizieranno come programmato. Questa notizia positiva è stata confermata dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, il quale ha sottolineato che l’apertura dei cantieri porterà a un’impennata del Pil nazionale e alla creazione di 37mila nuovi posti di lavoro.
Secondo le stime, l’indotto positivo generato dalla costruzione del Ponte sullo Stretto ammonta a circa 23 miliardi di euro, con significativi benefici economici e occupazionali. L’opera è stata descritta come sicura e adeguata, con la garanzia che eventuali nuove tecnologie o materiali saranno prontamente adottati, mantenendo un’attenzione particolare all’ambiente.
Il Ministro Salvini ha sottolineato che l’impatto positivo sull’economia sarà notevole, con 23 miliardi di contributo al Pil e 37.000 posti di lavoro a tempo pieno. Inoltre, altre regioni, oltre a Sicilia e Calabria, beneficeranno dell’opera, tra cui Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna e Veneto. Si prevede che la costruzione del Ponte sullo Stretto porterà a uno sviluppo economico diffuso in tutto il Paese, rappresentando una risposta positiva alle critiche dei detrattori.
Durante gli otto anni previsti per la costruzione, si prevede un aumento significativo degli occupati stabili, un aumento del Pil nazionale e un incremento del gettito fiscale per lo Stato. L’analisi costi-benefici mostra che vi saranno notevoli contributi ai redditi delle famiglie, redditi da capitale, redditi da lavoro e imposte indirette.
Questa opera non rappresenta solo un grande progetto a livello locale, ma un’importante iniziativa nazionale e internazionale. Le varie regioni beneficeranno dell’indotto e dell’indiretto generati dalla costruzione, con la Lombardia in testa per il contributo più elevato, seguita da Lazio, Sicilia, Emilia-Romagna, Veneto e Calabria.