di Gianpiero Taverniti
Una Calabria che non finisce mai di stupire, una Calabria che nelle sue aree interne, conserva dei borghi importanti ben conservati, ricchi di storia e di testimonianze artistiche e religiose di pregio. Un borgo di questi, di sicuro e’ S.Andrea Apostolo dello Jonio, originariamente si ergeva come borgo medievale collinare agli inizi del X secolo, il comune catanzarese è composto su tre zone , la frazione marina tagliata dalla ss.106 , che regala le splendide sabbie bianche e le acque cristalline, in un contesto naturalistico di pregio, visto che l’area costiera e’ soggetta spesso alla deposizione delle uova delle tartarughe caretta caretta e ogni anno puntuale vi e’ la copiosa fioritura del Pancratium maritimum, il bellissimo giglio di mare, poi vi è la zona del borgo su tre colline e infine il territorio di montagna fino all’altezza di 1100 metri che offre ricchi luoghi e paesaggi montani mozzafiato.
Non rimane che cercare di conoscerlo a fondo, con diverse visite approfondite e magari guidate dalla locale pro Loco che ne organizza spessissimo. Una full immersion nel borgo, ci regala l’idea del conglomerato medievale circondato e “murato” da tante abitazioni, come tanti del nostro entroterra che hanno subito un’ edificazione libera di vincoli che in quel periodo non erano esistenti e per fortuna quando non si distrugge o non si abbatte , essendoci una limitazione di danni e non si cancellano tracce storiche architettoniche, ci si può ritenere fortunati. Nell’antipasto andreolese, bisogna menzionare la presenza della Chiesa del Campo (X sec.) con al suo interno pregevoli affreschi bizantini, la torre antica dell’Orologio, parte di un castello feudatario, la chiesa matrice con all’interno un dipinto dell’Immacolata attribuito a Francesco de Mura e custoditi gelosemente in teche, i pastori del presepe (Santucci) realizzati dall’artista serrese Vincenzo Zaffino (1865). Nel borgo, è presente la casetta della monachella di S.Bruno, ai tempi Maria Antonia Samà. da poco proclamata beata. Un viaggio ricco di sorprese, da scoprire con la preziosa calma del turista per assorberne ogni sfaccettatura e informazione, non possiamo che non citare i palazzi nobiliari quello dei Jannoni( XVII), quello dei Stella/Mattei al tempo consigliere dei Borboni e quello Scoppa ( antica grangia dei Certosimi XII ) oggi convento, al suo interno e’ conservato tutto l’arredo con pregevoli mobili della baronessa Scoppa, un dipinto di scuola michelangelesca, datato 1603 e ritrovato nel 2007, attribuito a Bernardino Barbatelli , conosciuto nella fiorente Firenze come Bernardino delle Grottesche. Nello stesso convento delle suore Riparatrici, pregevole è il loggiato porticato con colonne di granito che affacciando a est, ci regala uno spettacolo mozzafiato di macchia jonica e azzurrate acque luccicanti. Un borgo importante che comincia a brillare di luce propria, lanciando raggi identitari anche con il museo della memoria artigiana e contadina e con qualche laboratorio artigianali degli stovigliari denominati” argagnari”, preziose e rilassanti anche le passeggiate nel cuore del borgo fra viuzze, piazzette e diversi luogi e affacci pronti a regalarci spettacolie albe joniche , che meriterebbero di essere dipinte visto la loro esclusiva diversità e luminosità. Non rimane che illuminarci dalla storia e dall’arte di S.Andrea Apostolo dello Jonio, bagnarci nelle sue acque cristalline e inebriarci dal profumo dei gigli di mare che sembrano voler omaggiare questo piccolo borgo catanzarese.