L’inchiesta della Procura della Repubblica di Roma – guidata dal Dott. Giuseppe Pignatone e diretta da Pubblici Ministeri di punta nelle persone dei Dott.ri Giuseppe Cascini e Paolo Ielo – denominata “Amalgama – Grandi Appalti” – afferente ad ipotesi di corruzione su lavori pubblici di grande portata e per la quale sono stati messi sotto la lente di ingrandimento, con grande eco mediatica, gli appalti: dell’Alta Velocità Milano/Genova, terzo valico ferroviario dei Giovi per un importo di 6,2 mld di euro; del Pisa Mover ovvero di una navetta elettrica che collegherebbe la stazione ferroviaria all’aeroporto della Città di Pisa, per un importo di 71 mln di euro; del sesto macrolotto dell’autostrada Salerno/Reggio Calabria per un importo di  1,7 mld di euro; nella quale inchiesta sono stati emessi provvedimenti cautelari nei confronti di imprenditori e dirigenti di grandi imprese – come la Sintel S.p.a., i vertici del General Contractor Co.Civ. e di Condotte S.p.a. – tra i quali Giandomenico Monorchio, figlio dell’ex Ragioniere Generale dello Stato, Dott. Andrea Monorchio, il Direttore dei lavori, l’Ing. Giampiero De Michelis, il  Dott. Ettore Pagani, il Dott. Enrico Conventi, il Dott. Brogani Paolo, il Dott. Baschieri Claudio e nella quale inchiesta risulta indagato anche il figlio dell’ex Ministro, Pietro Lunardi, Giuseppe Lunardi, nonché gli imprenditori Gallo Domenico, Berti Mario, Ceprini Franco, Oberosler Cav. Pietro etc; ha registrato l’annullamento da parte della Suprema Corte di Cassazione della ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti di Gallo Domenico, Gallo Giuseppina, Cuzzocrea Guglielmo e De Blasi Riccardo.

La sentenza di annullamento della Suprema Corte appare di grande rilievo, ove si consideri che i difensori dell’imprenditore Gallo e della di lui sorella Gallo Giuseppina, nonché del Sig. Cuzzocrea Guglielmo, difesi dagli Avv.ti Antonio Speziale, Guido Chiarloni e Sara Ceravolo avevano, sin dalla prima ora, eccepito la incompetenza territoriale dell’Autorità Giudiziaria Romana ad indagare sulla vicenda, appartenendosi la stessa all’Autorità Giudiziaria di Genova od Asti.

Eccepivano altresì l’insussistenza della gravità indiziaria a carico dei loro assistiti, come pure l’Avv. Giuseppe Milicia a favore dell’indagato Di Blasi Riccardo, sostenendo, tra l’altro, la insussistenza del contestato reato associativo, aggravato da ruoli di vertice per i loro assistiti, come pure per i contestati reati di corruzione aggravata e tentativo di estorsione.

In prima battuta, il Tribunale del Riesame di Roma, confermava l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, sicché avverso tale decisione proponevano ricorso per Cassazione i difensori dei detti imputati, conseguendone, col parere favore del Sig. Procuratore Generale di udienza, l’annullamento della decisione di conferma cautelare emessa dal Tribunale della Libertà della Capitale.

Infatti ed in linea con quanto dichiarato dall’Avv. Speziale successivamente alla conferma dei Giudici del Riesame, l’ordinanza di questi ultimi, si era fermata a considerare soltanto una generica indicazione del luogo di commissione dei reati, risultante, erroneamente, alla fine delle relative contestazioni, nonché del contenuto della intercettazioni riportate, senza considerazione alcuna circa il fatto che nelle stesse esistevano le indicazioni rilevanti ai fini della individuazione temporale degli asseriti reati e dei luoghi in cui gli stessi si sarebbero verificati e che, comunque, esulavano dalla competenza territoriale dell’Autorità Giudiziaria Romana.

Il pronunciamento degli Ermellini, dispiega nuovi scenari processuali, dovendosi ritenere che la riconosciuta incompetenza territoriale determina che il relativo processo traslocherà ad altra sede giudiziaria.

tratto da www.ilpaese.info