L’ex assessore al Lavoro, Roccisano, interviene sulla polemica sollevata da Wanda Ferro su “l’utilizzo” di Garanzia giovani per fini elettorali. «Si ritorna al feudalesimo più bieco. Il dipartimento Lavoro controlli affinché venga rispettata la mission originaria di questi strumenti»
«Quello che sta accendendo in merito ai bandi Garanzia giovani e Dote lavoro ci fa ritornare indietro di secoli, fino al feudalesimo più bieco, dove il bisogno è ancora merce di scambio e leva elettorale». A dirlo, in una nota, è l’ex assessore regionale alla Scuola, Lavoro, Welfare e Politiche giovanili, Federica Roccisano, intervenendo sulla vicenda sollevata nei giorni scorsi dalla consigliera regionale di centrodestra Wanda Ferro. La candidata nel collegio camerale di Vibo ha infatti posto l’attenzione su una manifestazione, organizzata dalla Regione, per presentare i nuovi bandi e firmare le convenzioni. Un’operazione che, secondo la consigliera regionale, vista la vicinanza della campagna elettorale, «assumerebbe dei tratti clientelari».
«Non solo – prosegue Roccisano, che durante il suo mandato si era occupata di Garanzia giovani -, mentre i bandi per il finanziamento dei tirocini di Garanzia giovani e per la Dote lavoro si pongono l’obiettivo di creare opportunità di crescita e occupazione per i giovani calabresi, gli stessi che ogni giorno si chiedono se vale la pena rimanere in Calabria o se è preferibile partire, le notizie riportate ci parlano di promozioni elettorali che vendono non servizi ai disoccupati ma “merce” per le imprese che possono, come dice lo studio Tallini “avvalersi di tirocinanti disoccupati per un periodo di sei mesi, per 20/30 ore settimanali con un’indennità di 400 euro a carico dell’Inps per il mezzo della Regione Calabria”.
«La Regione Calabria, chi ha la delega politica e il dipartimento Lavoro, hanno l’obbligo di vigilare affinché i bandi rispettino la mission che qualcuno gli aveva dato e creino veri strumenti per l’inserimento lavorativo dei giovani senza consentire alcun meccanismo di sfruttamento della disoccupazione; a tal fine – conclude l’ex assessore regionale – mi auguro che ci siano delle puntuali verifiche sugli enti accreditati, con lo scopo di accertarsi che si tratti di veri servizi per i disoccupati e non di utilities per imprese».
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