Centinaia di giovani provenienti da tutta la Locride hanno sfilato questa sera a Roccella Jonica per dire no alla guerra in Ucraina. L’iniziativa, promossa dal coordinamento delle consulte giovanili del territorio, ha chiamato a raccolta anche amministratori locali e associazioni. In corteo anche una nutrita rappresentanza della comunità ucraina roccellese con in mano le bandiere della loro nazione fiaccata dalle bombe dell’armata russa. “La guerra e il rapido susseguirsi degli eventi – hanno affermato i ragazzi delle consulte – ci spingono a voler inviare, come giovani locridei, un messaggio di speranza per la pace sul territorio ucraino, mettendo fine ad un conflitto che ha già colpito tantissimi innocenti”.
«Guerra, una parola che ci sembrava impossibile potesse bussare alle nostre porte – ha rimarcato il sindaco di Roccella Vittorio Zito – Una parola che costringe a non essere neutrali, ma schierati partigianamente con chi è aggredito, contro chi è aggressore. Con chi difende la propria sovranità contro chi vuole affermare la sovranità della forza».
Tra gli interventi che si sono alternati dal palco di piazza San Vittorio, toccante è stata la testimonianza di una donna ucraina, che ormai da anni vive e lavora nel reggino. «Stanno uccidendo uomini, donne e bambini – ha evidenziato – è un massacro, sparano in mezzo alla strada e i palazzi crollano. Lì c’è mio figlio, che da domani potrei non sentire più al telefono perché magari decideranno di colpire le telecomunicazioni. Tutto questo non è umano».
Ilario Balì -ilreggino.it
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