R. e P.

Lo fanno in solitaria, senza rispondere a nessuna delle domande poste da chi, raccogliendo le voci di una maggioranza silenziosa della nostra città, si è preso la briga di analizzare le situazioni, segnalando problemi irrisolti e censurando mancanze, storture, errori e miopia politico-amministrativa.

Da tanti anni, ormai, ci avete visto strigliare gli attuali governanti. Lo abbiamo fatto senza mai perderci d’animo e senza timori, pur quando ciò poteva essere impopolare, da persone oneste e disinteressate.

Abbiamo criticato la scriteriata gestione delle casse comunali, con tasse ai massimi livelli, continuo indebitamento dell’Amministrazione, inutile spreco del denaro pubblico sperperato anche in feste e canzonette (fosse almeno musica classica, danza o teatro, per animare il grande auditorium sempre chiuso). Non si investe niente nel sociale a favore dei più bisognosi e in incentivi o sgravi fiscali per le attività produttive.

È bello distrarsi, ma il paese ha (un enorme) bisogno di dare aiuto ai più fragili e stimolo agli intraprendenti: inclusione sociale e lavoro, lavoro, lavoro, per intenderci. Quel lavoro che rende le persone autonome e libere.

Invece, lorsignori speculano sulle liste di collocamento e sulla pelle dei lavoratori stagionali, cioè sulle angosce delle famiglie, alimentandone i bisogni, invece che dar loro le opportunità che meritano.

E che dire dei pochi incarichi e posti pubblici appannaggio dei soliti noti o dei loro familiari (basti pensare alle assunzioni al porto).

Inquieta l’abbandono in cui versano le aree pubbliche: scuole che da anni aspettano di essere ristrutturate o climatizzate, spazi per i bambini inesistenti o addirittura pericolosi, strade dissestate e piene di insidie, sporcizia per terra e verde pubblico trascurato.

Non c’è stata pace per i vivi e nemmeno per i defunti, disseppelliti dal cimitero all’insaputa dei loro cari, per far spazio ai nuovi arrivati. Non c’è un settore dell’attività comunale su cui non si intravede la superficialità e l’arroganza di certa politica, sempre e solo personalmente interessata.

Abbiamo criticato il modo autocratico e autoreferenziale di gestire ogni cosa da parte di tali signori e specie dei diarchi al governo che tutto fanno da soli e tutti tengono sotto, mentre gli altri chinano il capo.

Si circondano solo di signorsì. Ne sappiamo qualcosa noi, ma lo abbiamo visto anche al porto. All’unanimità, si scelse una persona che, negli anni peggiori di sempre, ha portato al nostro paese milioni di euro e ha bruciato ogni record, creando dal nulla nuovi spazi per la collettività. Dopodiché, i diarchi in capo si sono presi i meriti di soldi ed onori e hanno pescato dal nulla un’anonima figura sconosciuta a tutti (ma lo conoscono bene i diportisti), per avvantaggiare i loro amici e interessi politici, facendo campagna elettorale (leggasi ristorante ed assunzioni).

Manca condivisione, insomma, ma anche il decoro. Non meno importante, manca un’idea, una visione per la nostra città, per il nostro avvenire e per i giovani. Questa di lor signori non è politica, ma clientela e cattiva amministrazione. A conclusione di cinque lunghi anni di soprusi, il partito dei diarchi pubblica un manifesto che fa rabbrividire ma chiarisce anche ogni cosa. In uno zibaldone fitto, denso e verboso, si parla di tutto e di più, ammantandosi di vari presunti risultati che, però, a ben vedere, sono la sintesi del fallimento di chi, in Comune, spadroneggia da lustri.

Non c’è un numero, un problema risolto, un successo reale. Cinque anni di piccola cucina, senza che siano state fatte neanche le manutenzioni ordinarie delle strutture o delle strade. Ci aspettiamo un po’ di “catrama” per le vie a maggio, il mese prima delle elezioni come di consueto. Ennesima presa in giro di chi dichiara di voler respirare il futuro perché della cittadinanza si vuole prendere anche l’aria che respira, continuandola a soffocare.

Ed è per questo che un gruppo di volenterosi, pure distinti e distanti da noi, sta dando corpo e sostanza a un’idea di città nuova, frutto dell’impegno di tanti e non a uso e consumo di pochi.

Con un’anima chiara e forte alla base, condivisa da tutti, che vuole costruire politiche che mettano le persone al centro, per aiutarle nei momenti di debolezza e per dare loro vigore, creando coesione, lavoro e ricchezza, per tutti. Un paese dove tutti possono farcela e trovare il loro spazio. Coltivando l’istruzione dei più giovani e la cultura (quella vera), la coesione sociale e le tradizioni. Nuove energie per tutti.

Uniamo quindi le forze, crescendo una comunità di persone per bene e mettendo sincere passioni civiche avanti agli interessi di pochi. Perché diciamocelo, siamo stati fortunati a nascere in questo Paese bellissimo e davvero non ci meritiamo questa tirannia.

Ormai abbiamo visto quei tali di cosa sono capaci! È arrivato il momento di cambiare le cose; facciamolo insieme.

Roccella bene Comune