Gli alunni della 2°B e della 2°C della scuola primaria “Coluccio – Filocamo” hanno reso omaggio, mercoledì scorso con uno straordinario e toccante spettacolo, alla loro maestra Anzia Lombardo che, dopo 41 anni di stimata attività scolastica, è giunta al traguardo della pensione.
Un susseguirsi di pensierini, uno più bello dell’altro, ed ognuno un’emozione, una lacrimuccia, un brivido, tutti calzati a pennello sui bambini, per raccontare un pezzetto di storia della maestra Lombardo, di un lungo film vissuto insieme a ragazzi di 4 generazioni.
Pazienza, amore, sorriso, sono queste le parole più usate dai bambini, applauditi ad ogni passaggio sia per la loro dolcezza di porsi davanti al microfono e sia per il contenuto delle piccole poesie; bambini che, nella loro innocenza, hanno saputo toccare le corde del cuore della maestra Anzia ma anche di tutto il numeroso pubblico composto dai genitori e dal corpo docenti della scuola primaria.
Bravi, tutti bravi, gli alunni, ma altrettanto bravi – e un tantino di più – le maestre che hanno preparato uno spettacolo ricco di emozioni, che è diventato l’occasione per comunicare, ancora una volta, la loro stima infinita nei confronti della collega, e ringraziarla cosi per quei tanti esempi e gesti unici trasmessi con il suo garbo, la sua umiltà, in quel grande rapporto umano instaurato con tutti.
Sullo schermo gigante alla parete del piccolo anfiteatro, scorrono le immagini delle  foto di gruppo degli alunni della maestra Anzia , ricordi recenti delle sue ultime classi, nel mentre i bambini recitano cosi:
“Durante questi anni ricchi di affetto e di amozioni, non ho imparato solo la lezione, tu hai saputo colorare ogni stagione. Certo la nostra scuola andrà in crisi con la tua pensione, ci mancherà la tua presenza che appariva con frequenza; quanti consigli, quanta pazienza, ma soprattutto quanto amore: che dire, grazie di vero cuore!!!”  Ma questo è solo qualcuno delle decine e decine di pensierini e poesie recitate dai bambini che hanno poi depositato il foglietto con la loro frase dentro un grande cuore e fra i petali di una immensa margherita che la maestra Anzia sicuramente saprà dove incorniciare nella sua casa e nel suo cuore.
A dimostrare tutta la gratitudine e riconoscenza per i tanti anni trascorsi insieme ci hanno pensato la collega Marisa Caristo a nome di tutto il corpo docenti, e il rappresentante Antonio Iacovelli per conto dei genitori, prima del discorso della preside.
La prof. Maria Giuliana Fiaschè, anche lei vistosamente commossa, ha espresso parole profonde: “Con la maestra Lombardo ci conosciamo da 7 anni e fin da subito ci siamo compresi con il solo sguardo, perché la maestra con la A maiuscola con ha bisogno di parole. Il miglior riconoscimento che una docente possa avere è quando un alunno ti chiama per strada e ti dice: maestra, si ricorda di me? Perché noi ne vediamo tanti di ragazzi, ma poi loro crescono e cambiano e non sempre la nostra memoria può ricordarsi di tutti; loro invece hanno un unico punto di riferimento.
Basta però un byte che tutti i ricordi riaffiorano alla mente… Le auguro, cara maestra, si possa godere appieno questo giorno perché lei ha dato tanto alla scuola, ai suoi cari, alla sua vita; ora deve assolutamente andare avanti nonostante le difficoltà, le assenze, le mancanze…Perché andare avanti significa continuare a  vivere per chi accanto non ce l’abbiamo più… Andare avanti significa camminare per la sua Roccella e ritrovare questi bambini e che un domani questi le possano dire: Maestra, si ricorda di me?!”.
E’ davvero difficile, dopo un’altalena di emozioni poter alzarsi da quel posto al centro dell’anfiteatro e impostare qualsiasi discorso, ma la maestra Anzia raccoglie in un attimo tutte le sue palpitazioni emotive e dopo un momento di sfogo liberatorio regala la sua ultima “lezione”:
“Ho iniziato molto giovane a insegnare, avevo 20 anni, ho fatto esperienza sul campo, perché è vero ho superato i concorsi, ma la scuola occorre viverla, e i ragazzi e i colleghi mi hanno aiutato. Già fin da giovane mi sono detta di voler fare qualcosa per il cambiamento della scuola, si era nel ’68, c’era bisogno di cambiamento.
Era una scuola impostata sulla rigidità, i bambini avevano paura dell’insegnante, non avevano la possibilità di parlare. Io mi sono detta di voler fare l’insegnante, ma farla a modo mio, togliendo quelle barriere esistenti tra maestro e alunni. Avevo piacere di essere chiamata maestra perché ho sempre cercato di dare un esempio, vivendo con i miei ragazzi e con le loro famiglie. Io non dimentico nessuna espressione dei ragazzi, mi ricordo la loro paura, qualche bambino che si sentiva perduto, però io riuscivo a superare quel momento, e la fiducia che i bambini riponevano su di me mi faceva paura perché sapevo di avere delle grandi responsabilità. Io ho cercato sempre di venire loro incontro…”
La commozione è troppo forte quando, dopo 40 anni di insegnamento, la maestra Anzia si sofferma a parlare di quest’ultimo anno, tremendo, difficilissimo: “Cari bambini, vi chiedo scusa se in quest’anno non sono riuscita a dare il meglio di me stessa, vi chiedo solo di starmi vicino perché ho tanto bisogno e sappiate che vi voglio tantissimo bene… Cercate di essere sempre voi stessi, ragionare sempre con la vostra testa, per diventare dei veri uomini, dei veri cittadini. Vi abbraccio forte tutti!!!”
Solo con l’applauso genitori e docenti possono liberarsi dagli occhi lucidi, e solo l’attorniato abbraccio dei suoi bambini ed anche di molti ragazzi ex alunni venuti a salutarla in questa sua festa possono far ricomporre le vibrazioni fortissime della maestra Anzia che ritorna al sorriso immersa da meravigliosi omaggi floreali, prima delle fotografie di rito e del taglio della torta.
 E sulla torta c’è l’immagine emblematica di tutta la vita della nostra cara maestra, uno scatto fotografico dei suoi bambini delle ultime sue classi, quei bambini che sono il simbolo di migliaia di alunni che sono diventati e diventeranno, grazie al suo amore e ai suoi insegnamenti, veri uomini e veri cittadini.
NICOLA IERVASI (Roccella siamo (anche9848news noi)