Nel pomeriggio di ieri, Coluccio Giuseppe e Certomà Vincenzo, arrestati giovedì scorso in esecuzione di ordine di custodia cautelare emesso dal G.I.P di Locri, sono stati sottoposti a interrogatorio di garanzia presso il carcere di Locri. Nella circostanza, gli stessi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Allo stato, i rispettivi legali non hanno avanzato alcuna istanza.
L’operazione, avviata nel marzo 2013 e condotta fino al maggio successivo dai Carabinieri della Compagnia di Roccella Jonica ha consentito di documentare l’esistenza di un intenso traffico di sostanze stupefacenti del tipo cocaina posto in essere nell’ambito della cittadina, individuando 20 assuntori tutti della zona, protagonisti di 304 episodi di cessione/scambio nel brevissimo periodo di osservazione, è stata convenzionalmente denominata “Orto di Guerra” dai contenuti di una conversazione telefonica intercettata tra l’indagato Coluccio Giuseppe e un suo amico: con tale espressione, storicamente si vuole indicare il giardino ornamentale, pubblico o privato, che in tempi di guerra veniva trasformato e sfruttato dai cittadini come orto per sopperire alle necessità di sopravvivenza in tempi di grave austerità.
L’allegoria, apparentemente usata dal prevenuto in relazione all’attuale congiuntura economica di crisi che attraversa il Paese, volendo parafrasarla e metterla in relazione con le risultanze investigative di questo procedimento penale, vuole alludere propriamente alla florida attività criminale condotta dal Coluccio, vale a dire il mercato della droga, dai cui cospicui, illeciti proventi egli vive e ovviamente, ora scatteranno pure i dovuti accertamenti patrimoniali sugli indagati, per verificare la legittima provenienza dei loro averi.
Redazione Telemia
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