Da anni si discute di come creare sviluppo e posti di lavoro in un territorio come quello jonico-locrideo, che seppur marginale rispetto al resto del paese in termini di collegamenti, ha la fortuna di avere dalla sua un altro bagaglio di risorse naturalistiche e paesaggistiche e di poter disporre di un importante patrimonio di beni storici, culturali e monumentali, capaci di giocare un ruolo di primo piano nell’attrarre flussi turistici in ogni stagione, sfruttando anche la mitezza del clima mediterraneo tipico dell’area.
In questa ottica c’è chi la pensato ad un idea grandiosa e singolare per innescare un percorso di crescita per Roccella e il suo compresorio.
“Una di quelle idee capace di cambiare i destini di un’intera area geografica e delle popolazioni che vi risiedono”. A coltivarla con entusiasmo è il prof. Francesco Lupis, ammistratore di lungo corso della città per oltre 35 anni, ed ex sindaco facente funzioni. Riflettendo sull’attuale situazione socio – economica in cui si trovano in città e la Locride, Lupis, evidenzia che “da troppi anni non viene compiuta nessuna scelta capace di apportare una significativa svolta all’ormai depressa economia locale”. Eppure lui ha in mente una proposta che se ben sfruttata potrebbe essere rivoluzionaria: “Fare del ristrutturando castello Carafa di Roccella, il primo casinò del mezzogiorno, con tutto quello che ne consegue sotto il profilo delle presenze e soprattutto del volume di ricchezza che produce”.
Un’idea condivisa già da alcuni impreditori, che secondo quanto si apprende dall’ ex sindaco “sarebbero disponbili a riversare fiumi di denaro per la realizzazione del progetto e di tutto l’indotto residenziale e ludico che lo può accompagnare”.
Una proposta. quella di Lupis, che scaturisce proprio dalla lunga esperienza maturatra in campo politico-amministrativa che, egli stesso ricorda, lo hanno visto protagonista delle scelte più salienti che hanno caratterizzato lo sviluppo socio-economico del territorio: dal porto turistico-peschereccio di Roccella, alla variante Anas Caulonia-Roccella-Locri. “Quanto alla scelta del porto – dice – ricordo il dialogo da avviato con l’allora amministatore regionale on. Vico Ligato e l’allora vicepresidente della Regione Angelo Donato, che fu determinante per l’inserimento del primo finanziamento con i fondi Fio. Relativamente alla variante Anas – continua l’ex democristiano – ricordo il dialogo con il sen. Nello Vincelli, allora presidente della commisione Lavori pubblici del senato che ha stanziato i primi 15 miliardi necessari dell’opera e succesivamente con l’on. Mario Tassone, sottosegretario al ministero del LLPP che fu determinante per il passaggio della prima previsione progettuale, che prevedeva l’opera da realizzarsi a due corsie, a quella definitiva che prevedeva le poi realizzate quattro corsie.
(fonte Gazzetta del Sud)