È trascorso quasi un mese da quando il Comitato “El Puente per Carlo” ha chiesto al presidente della Giunta regionale della Calabria, Mario Oliverio, di assumere precisi impegni nel sostegno alle spese mediche di Carlo Iannuzzi, ma ad oggi non vi è stata nessuna risposta risolutiva. L’ora dei primi pagamenti è arrivata e il Comitato, in accordo con la famiglia Iannuzzi, ha raggiunto un’intesa con il Consolato Generale d’Italia a Buenos Aires al fine di coprire i costi della protesi e del chirurgo che, il due febbraio prossimo, effettuerà l’intervento di ricostruzione cranica. Vista la contingenza degli eventi e la necessità di pagare in anticipo, il Comitato ha chiesto al Consolato di versare fin da subito il denaro dovuto alla ditta che realizza la placca in titanio e all’équipe medica che l’applicherà a Carlo. Tali somme, 12mila euro in totale, saranno restituite dal Comitato a tasso zero. Nel suo complesso, stando agli ultimi aggiornamenti, la fase argentina (ricovero, interventi chirurgici e volo di rientro con accompagnamento medico) verrà a costare circa 70 mila euro. Nel momento del passaggio agli atti concreti il Comitato, previo consenso della famiglia, ha assunto la gestione delle operazioni, arrivando a contrattare direttamente con gli uffici consolari, senza la collaborazione di altre Istituzioni, né nazionali né regionali. Il Comitato “El Puente per Carlo” coglie l’occasione per ringraziare quanti, in Italia e in Argentina, hanno scelto di rispondere positivamente alla campagna di raccolta fondi: cittadini e associazioni che stanno dando un grosso esempio di democrazia diretta e partecipata. La gara di solidarietà andrà avanti per assicurare a Carlo e alla sua famiglia un fondo di garanzia per le spese che subentreranno al rientro di Carlo in Italia, relativamente all’avvio del processo di riabilitazione senso-motorio e cognitivo. Intanto sta riscuotendo un immediato successo la petizione lanciata su change.org dal titolo “Libertà di movimento e tutele: un fondo di solidarietà per le vittime di reati all’estero”. L’appello è finalizzato a tradurre in una proposta politica costruttiva un fatto di per sé tragico e distruttivo, chiedendo allo Stato di dotarsi di uno strumento normativo agile e moderno, che sia del tutto adeguato ai tempi e capace di sopperire al vuoto di tutela che il caso di Carlo registra.

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